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Vicenza

«Troppi compiti»
Insulta la maestra
e picchia la figlia

Un bambino alle prese con i compiti per casa, aiutato da un genitore. ARCHIVIO
Un bambino alle prese con i compiti per casa, aiutato da un genitore. ARCHIVIO
Un bambino alle prese con i compiti per casa, aiutato da un genitore. ARCHIVIO
Un bambino alle prese con i compiti per casa, aiutato da un genitore. ARCHIVIO

Arrabbiato per i compiti per casa della figlia, prima avrebbe insultato la maestra, e poi alzato le mani sulla bimba. È l’accusa mossa dalla procura ad un papà, di origini asiatiche, di 36 anni, che vive in città. L’operaio è infatti indagato per abuso di mezzi di correzione. Oggi, grazie anche all’intervento della moglie, si sarebbe dato una calmata, ma l’inchiesta prosegue.

I COMPITI. Al centro della contesa i compiti per casa. Un argomento di stretta attualità, che sta facendo ragionare e battagliare non solo in casa e a scuola, ma perfino in Consiglio dei ministri, con la titolare dell’Istruzione Stefania Giannini che ha promesso una riduzione delle lezioni domestiche, grazie alla riforma. Una discussione viziata dal fatto che non viene tenuto in debito conto il modello pedagogico sul quale è costruita la scuola italiana, che prevede un doppio binario di apprendimento: uno collettivo, in classe, e uno personale, in solitudine. Il padre (di cui non citiamo le generalità per non rendere riconoscibile la figlia, di 8 anni, che frequenta le elementari) lo scorso anno scolastico era inviperito dal fatto che la bimba, tutte le sere, si ritrovasse con i compiti da fare. Ritenendo che fosse una punizione dell’insegnante modellata su sua figlia, e ipotizzando anche una sorta di razzismo per il fatto che era figlia di immigrati, aveva deciso di affrontare la maestra e di dirle tutto quello che pensava.

A SCUOLA. L’operaio si sarebbe presentato in classe in due occasioni, agitato in entrambe. La prima era stato invitato a moderare i termini; la seconda - nel novembre di un anno fa - era stato allontanato e denunciato dall’insegnante per ingiurie. Trattandosi di un reato depenalizzato, l’inchiesta è poi finita lungo un binario morto, ma quel giorno il padre avrebbe insultato la professionista in maniera esagerata.

A CASA. Una cosa, però, quel giorno il diretto interessato l’aveva compresa: e cioè che i compiti per i quali si lamentava non erano una prerogativa della figlia, ma il carico di lavoro normale per tutti gli alunni della sua classe. E così, accertato che la figlia era forse più lenta degli altri, avrebbe riversato la rabbia sulla bambina. L’avrebbe rimproverata con asprezza; l’avrebbe mandata a letto senza cena; sarebbe arrivato, in almeno due occasioni, ad alzare le mani, fra l’aprile e il maggio scorsi. La bambina era tornata a scuola con i lividi; e le insegnanti, dopo averne compresi i motivi, avevano avvisato le forza dell’ordine che avevano informato il pubblico ministero Cristina Gava, che ha avviato l’indagine per l’abuso dei mezzi di correzione. L’inchiesta è in pieno svolgimento, e il padre potrebbe essere presto interrogato.

LA MOGLIE. L’operaio avrebbe cambiato registro grazie alla moglie (che non è la mamma della bambina, la quale è morta in patria qualche anno fa), sua connazionale. Ora, nonostante la lentezza nei compiti per casa, la bimba viene trattata con rispetto.

Diego Neri

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