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Alta velocità

Tav, prime gare deserte per 300 milioni di euro

L’Alta velocità avanza piano. Colpa del caro-prezzi dei materiali da costruzione e dell’energia. È l’inflazione l’indiziato numero uno dell’andamento lento degli affidamenti dei lavori per il tratto vicentino della Tav che va da Verona al cosiddetto “bivio Vicenza”, cioè le porte del capoluogo berico. Anche la gara per il tratto denominato “Alpone”, cioè quello veronese nella zona di San Bonifacio, è andata deserta. Valeva 114 milioni di euro. Deserta come altri quattro bandi precedenti per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro. Ora le gare-bis sono aperte, mentre le istituzioni già discutono una strategia per evitare che i rincari impantanino questa e altre grandi opere.

Il sistema Occorre riavvolgere il nastro per fotografare meglio la situazione attuale, dettata dal contesto economico, tra guerra e rincari. Il consorzio Iricav 2, general contractor per la costruzione della nuova ferrovia ad Alta velocità/alta capacità, sta gestendo la complessa partita degli appalti. Lo fa attraverso gare ad evidenza pubblica alle quali le imprese possono accedere attraverso il “sistema di qualificazione”: gli operatori interessati all’esecuzione degli appalti devono obbligatoriamente richiedere - e ottenere - la qualificazione al sistema.

Nove gare Il tratto Verona-Vicenza, per il quale sono previsti investimenti di 840 milioni di euro, è stato suddiviso da Iricav 2 in 9 diversi affidamenti. Finora, due di questi devono ancora andare a gara, due sono già stati aggiudicati, mentre gli altri sono ancora aperti. I tratti affidati sono quelli di Verona est, del valore di 57 milioni di euro, che sarà realizzato dalla Salcef Spa; e quello di “Montebello”, il più costoso con i suoi 195 milioni di euro perché comprende anche interventi su Montecchio Maggiore, assegnato alla cordata composta da Salcef, Palingeo srl e Scl costruzioni e montaggi. Tra le opere previste ci sono la realizzazione del viadotto della linea storica, del sottopasso per adeguamento della viabilità alla stazione di Montebello, dell’attraversamento Rio Acquetta e del nuovo cavalcaferrovia a Montecchio e altre opere comprese le barriere antirumore. Non è un caso che i tratti affidati siano quelli per i quali le gare erano state espletate a fine 2021, prima dell’impennata dei prezzi.

TAV VERONA-BIVIO VICENZA: I BANDI DI GARA

Bandi deserti e bis L’affidamento alla prima gara finora si è raggiunto solo nel caso di Montebello. Anche a Verona est una prima gara era andata deserta, prima dell’aggiudicazione al secondo round. E così, come rende noto lo stesso consorzio Iricav 2 in una comunicazione online trasparente, sono andate deserte le prime gare dei tratti denominati “Fibbio” e “Alpone” - nel Veronese - e “Lonigo” e “Montecchio” - nel Vicentino. E per il pacchetto “Alpone”, come detto, è andata deserta anche la seconda gara, dopo che la prima era stata revocata. C’è attesa, ora, per gli affidamenti chiamati “Lonigo”, da 105 milioni di euro, e “Montecchio” (comprende opere per lo più in territorio di Altavilla), da 61 milioni, le cui gare-bis sono in corso.

Il dossier prezzi Iricav 2 non intende entrare nel merito della questione prezzi, anche perché questo è un delicatissimo dossier che le istituzioni stanno affrontando ai tavoli deputati. In questa fase, il general contractor sta lavorando affinché tutto proceda secondo la tempistica definita nel cronoprogramma. L’esito delle gare in corso sarà determinante per capire se la tabella di marcia rimarrà invariata o dovrà subire aggiustamenti. 

Antonella Fadda e Marco Scorzato

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