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Vicenza

Riscaldamenti accesi, torna l’allerta smog. Polveri sottili oltre la soglia

Dal 15 ottobre è stata data la possibilità di accendere il riscaldamento e il Pm10 è tornato a salire
Dal 15 ottobre è stata data la possibilità di accendere il riscaldamento e il Pm10 è tornato a salire
Dal 15 ottobre è stata data la possibilità di accendere il riscaldamento e il Pm10 è tornato a salire
Dal 15 ottobre è stata data la possibilità di accendere il riscaldamento e il Pm10 è tornato a salire

Prima questione: dal 15 ottobre per un massimo di 14 ore giornaliere, anche frazionate, è possibile accendere il riscaldamento all’interno della propria abitazione. Seconda questione: da qualche giorno le temperature si sono fatte sempre più rigide. E fino a qui sono due indizi: che quindi non farebbero una prova. Ce n’è, però, una terza di questione. Il traffico è tornato alla normalità, anzi qualcosa più della normalità (più 35 per cento sull’anno precedente), non da qualche giorno ma ancora dai primi di settembre. Ecco perché - con tre indizi - non può essere una coincidenza. No, non può essere una coincidenza che l’aria di Vicenza solo dalla giornata di mercoledì (20 ottobre) sia tornata ad essere “mediocre”.

Non è accaduto a settembre, e non è accaduto neanche nei primi giorni di ottobre. A distanza di sei mesi dall’ultimo superamento - e meno di una settimana dopo il via libera agli impianti di riscaldamento - i livelli del Pm10 sono tornati sopra la soglia di guardia, come certificato ieri mattina dal bollettino Arpav. È il 33esimo sforamento dell’anno. Il tutto proprio a ridosso della giornata ecologica; che bloccherà, sì, le auto ma non le stufe e le caldaie. 

La tabellina dice 74. Tanti sono i microgrammi per metro cubo di polveri sottili che sono stati rilevati dalla centralina di Quartiere Italia nella giornata di mercoledì. Sono 24 in più del concesso (50 è il limite) e sono il segno che l’aria, come anticipato, è tornata a essere inquinata. Non era più accaduto dalla primavera. Era precisamente il 3 aprile 2021 quando la medesima centralina segnava un livello di 63 microgrammi di Pm10. Da allora più niente; fino, appunto, all’altro giorno. No, non può essere un caso. Non può essere un caso che «la normativa vigente in materia di risparmio e contenimento dei consumi energetici stabilisce, nel Comune di Vicenza, che il periodo annuo consentito per l’accensione degli impianti di riscaldamento va dal 15 ottobre al 15 aprile». Difficile, se non impossibile, attribuire il ritorno dell’aria inquinata (esclusivamente) al traffico. 

Eppure a Vicenza, così come negli altri comuni della pianura padana, è in vigore l’ordinanza che limita la circolazione dei mezzi più vecchi. Eppure domenica, in città, tornerà lo stop ai veicoli nell’ambito della giornata ecologica organizzata anche in seguito alla sentenza della Corte di giustizia della Commissione europea in tema di smog. Il blocco del traffico. che prevede il divieto di circolazione di tutti i veicoli a motore con qualsiasi tipo di alimentazione esclusi quelli elettrici, si svolgerà dalle 9 alle 18 nell’area all’interno delle mura storiche. Certo, l’obiettivo non è sicuramente quello di ridurre l’inquinamento con un blocco di nove ore ai veicoli, tuttavia, visti i dati e gli indizi, suona quasi come una beffa.

Ci sono, però, anche dati confortanti. Il primo è che il capoluogo è ancora dentro i limiti di legge; ogni anno sono concessi 35 superamenti della soglia di polveri sottili e, come anticipato, il capoluogo può giocarsi ancora due jolly. Il secondo è che rispetto allo scorso anno (quando per buona parte del tempo si è rimasti all’interno delle proprie case causa Covid e lockdown) la situazione è migliore. Il 20 ottobre 2020 Vicenza risultata più inquinata di oggi, con 49 superamenti dei limiti dall’inizio dell’anno. Una magra consolazione.

 

Nicola Negrin

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