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Vicenza

Picchia l’infermiera
Adesso
deve risarcirla

Un’infermiera in servizio in una struttura ospedaliera. ARCHIVIO
Un’infermiera in servizio in una struttura ospedaliera. ARCHIVIO
Un’infermiera in servizio in una struttura ospedaliera. ARCHIVIO
Un’infermiera in servizio in una struttura ospedaliera. ARCHIVIO

L’ha colpita prima con alcuni pugni al volto e poi, quando era già a terra, ha continuato a infierire con altri calci in faccia, alla pancia e al torace tanto da provocarle ferite e contusioni, tra cui la frattura del setto nasale, che i medici hanno giudicato guaribili in più di quaranta giorni. Per l’aggressione a un’infermiera in servizio al Centro di igiene mentale dell’Ulss, Stefano Piubello, 38 anni, residente in città, in via Granatieri di Sardegna, e attualmente ospite in una comunità di Asti, è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale, somma immediatamente esigibile di 10 mila euro. L’imputato, difeso dall’avvocato Maria Sibilla Valente, dovrà anche pagare le spese processuali che il giudice De Stefano ha liquidato in 2.200 euro.

L’AGGRESSIONE. A scatenare la furia di Piubello nei confronti dell’infermiera, che si è costituita parte civile con l’avvocato Enrico Baccaro, sarebbe stata l’attesa a cui era stato sottoposto prima di ascoltare le sue richieste. Un lasso di tempo ritenuto inaccettabile dal 38enne che, già affetto da qualche disturbo, non ci ha più visto cominciando a picchiare la sua vittima. Che solo grazie all’intervento del custode della struttura sanitaria non ha riportato conseguenze peggiori di quelle subite. La donna, secondo quanto ricostruito nel corso del dibattimento, prima di essere massacrata di botte si trovava all’interno della stanza del personale e stava rispondendo a una telefonata di servizio. Piubello invece, dopo avere bussato ed essere entrato, pretendeva di essere seguito immediatamente. Al rifiuto incassato dall’infermiera il “black out” e le botte. Calci e pugni in serie che le hanno causato la frattura composta delle ossa nasali, un trauma all’emitorace e un trauma cranio-facciale. L’episodio è avvenuto il 30 gennaio dell’anno scorso.

LIBERTÀ VIGILATA. Oltre alla condanna a un anno e otto mesi di reclusione, il giudice ha disposto nei confronti dell’imputato la misura della libertà vigilata per due anni prescrivendo l’obbligo di risiedere stabilmente all’interno della comunità che lo ha preso in carico. Piubello, che abitava con il papà, dovrà ora risiedere nella struttura clinica in provincia di Asti, preposta alla sua cura e dovrà sottoporsi stabilmente ai programmi di cura prescritti dai medici seguendo in maniera dettagliata tutte le indicazioni terapeutiche. Ora, dopo il processo penale, si aprono le porte anche per la causa civile in cui dovrà essere stabilito l’importo del risarcimento del danno avanzato dall’infermiera che intanto riceverà una provvisionale, subito esecutiva, di 10 mila euro. L’inchiesta che ha portato al processo per l’aggressione all’infermiera era stata coordinata dal sostituto procuratore Luigi Salvadori che dopo avere raccolto gli elementi a carico di Piubello ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. L’istanza era stata accolta alla fine di novembre scorso, dal giudice per l’udienza preliminare, Stefano Furlani, che aveva quindi disposto il processo. Nel corso della preliminare c’era stata anche la costituzione di parte civile.

Matteo Bernardini

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