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Vicenza

Il Carnevale non c’è più. Terzo anno senza feste

La carovana di carri mascherati che doveva sfilare lungo corso Palladio venne stoppata all’altezza di Costabissara. Un “qui non si passa” - in quel sabato 22 febbraio 2020 – che segnò l’inizio della fine, almeno per il carnevale tradizionale. «C’erano cinque carri partiti, più i gruppi in maschera e tutti i volontari già per strada, pronti a raggiungere Vicenza, quando arrivò la comunicazione che la festa saltava a causa dell’emergenza coronavirus», ricorda il presidente della Pro Malo Giuseppe Turone. Una comunicazione frutto di una «decisione che si rivelò fondamentale per evitare l’impennata dei contagi, considerando che in centro e a Campo Marzo ci sarebbero state migliaia di persone», sottolinea l’assessore alle attività produttive Silvio Giovine, che della sinergia con la Pro loco maladense fu il promotore.

Un’alleanza pronta a essere tolta dalla naftalina, visto che, due anni dopo, l’idea del Comune è di riuscire comunque a proporre, se non una festa, «un momento celebrativo del carnevale - spiega Giovine - anche per dare un segnale di ripartenza e di convivenza col virus, e avrà un valore simbolico; stiamo lavorando per organizzarlo e nei prossimi giorni definiremo i dettagli». 

Quello che si avvicina sarà infatti il terzo carnevale da quando è esplosa la pandemia. Il terzo senza cortei allegorici, senza lanci di coriandoli, senza colorati “assembramenti” di piazza. Le mascherine – un biennio dopo il 31 gennaio 2020 che segnò l’avvio dello stato d’emergenza proclamato dal governo Conte e ancora in vigore – non sono più quelle di Arlecchino e Pulcinella, ma Ffp2 o chirurgiche. Mentre ci si prepara a esibire il green pass anche nei negozi e mentre diviene obbligatorio l’obbligo vaccinale per gli over 50, l’altro lato della medaglia Covid è, inevitabilmente, la sparizione di tutte le attività e gli eventi pubblici, come appunto quelli legati al carnevale. Sono almeno 70 gli appuntamenti che, normalmente, animano la provincia per tutto il periodo: un cartellone che anche quest’anno resterà in stand by, se si escludono poche eccezioni.

I carristi di Malo per esempio, che due anni fa per la prima volta sarebbero stati protagonisti anche dei festeggiamenti del capoluogo, stanno cercando di mettere in piedi una kermesse inedita, in forma statica: «Niente sfilata, ma un’esposizione di carri, gli stessi che abbiamo in deposito dal 2020 con alcune novità, lo proporremo a Malo e speriamo anche a Vicenza», spiega il presidente Turone confermando la volontà espressa da palazzo Trissino.

C’è poi chi aveva già allestito tutto ed è stato costretto a rinviare “a data da destinarsi”. La Pro loco di Lonigo aveva messo a punto una festa quasi pre covid per domenica 13 febbraio (giorno ufficiale d’inizio del carnevale, che quest’anno proseguirà fino al primo marzo). La locandina dell’iniziativa pubblicizzava una giornata a base di sfilata dei carri, banda, majorettes, giochi, animazione e stand gastronomico con frittelle e vin brulè.  «Purtroppo siamo stati costretti a posticipare», fanno sapere dall’ufficio Pro loco. E come a Lonigo, si moltiplicano i casi di “disdetta”, tra chi aveva sperato di provare a riprendere il filo dei festeggiamenti. Anche per questo in città si va con i piedi di piombo, come ribadisce l’assessore Giovine: «Stiamo cercando di verificare una situazione che possa essere compatibile con le disposizioni anti contagio e per questo si tratterà di un momento celebrativo, più che di veri e propri festeggiamenti».

 

Giulia Armeni

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