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Altavilla Vicentina

Il cane azzannò un bimbo di 10 anni, chiesto un maxi risarcimento

Il piccolo, 10 anni, era andato a trovare gli amici: guarì in oltre 40 giorni. La famiglia ora chiede un risarcimento danni di quasi 300 mila euro
Un akita
Un akita
Un akita
Un akita

Il bambino era appena entrato nel cortile dell’abitazione degli amici di famiglia quando il cane, un esemplare di Akita Inu, chiamato Taiki Shishi, lo aveva aggredito, mordendolo e ferendolo in maniera grave. È la convinzione della procura, che con il pubblico ministero onorario Edoardo Sovrano ha disposto la citazione a giudizio del proprietario dell’animale.

Chiesti 300 mila euro di risarcimento

In aula, davanti al giudice di pace Parpajola, dovrà presentarsi nei mesi prossimi Michele Zordan, 49 anni, di Altavilla, il quale - assistito dall’avv. Federico Carraroli - dovrà difendersi da un’ipotesi di lesioni colpose. La famiglia del bambino, tutelata dall’avv. Mario Allegra, si è costituita parte civile in aula e chiede ora un risarcimento dei danni pari a quasi 300 mila euro per i gravi traumi patiti, sia fisicamente che psicologicamente, dal minorenne, come è stato evidenziato dalle consulenze del dottor Gianpaolo Antonelli e della psicologa Debora Coccarielli che hanno visitato lo studente.

I fatti, così come sono stati ricostruiti, risalgono al 7 agosto di tre anni fa. Quel giorno il bambino, accompagnato dal padre, era andato a far visita alla famiglia Zordan; il genitore si era appena allontanato da casa quando il cane - che non aveva guinzaglio e museruola, ma che non avrebbe mai presentato manifestazioni particolari di aggressività - avrebbe aggredito il piccolo, mordendolo ad una spalla e sotto un’ascella. Il bambino, in lacrime e sotto choc, era stato subito soccorso e accompagnato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza da parte del papà, immediatamente intervenuto. 

Il bimbo morso è dovuto andare in terapia psicologica

Il piccolo era stato medicato e sottoposto a diversi accertamenti; era guarito dalle ferite fisiche solo dopo diversi mesi, verso la metà di novembre, ed era stato anche costretto a ricorrere ad un supporto psicologico per superare il trauma che aveva vissuto e che lo aveva molto spaventato.  Di qui la segnalazione in procura e l’avvio dell’inchiesta. Il magistrato contesta all’imputato il fatto di non aver controllato il cane e di non averlo custodito adeguatamente, evitando che venisse in contatto con il bambino.

L’indagine ha portato ora al dibattimento in aula, nel corso del quale (dopo che saranno sentiti i testimoni per fare piena chiarezza su quanto accaduto) Zordan avrà l’opportunità di difendersi dalle accuse e di far valere le sue ragioni, a meno che le parti non raggiungano un’intesa che porti la famiglia (a chiedere i danni è anche il padre) ad essere risarcita e a ritirare pertanto la querela che aveva sporto a suo tempo. 

Diego Neri

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