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L'incontro

L'abbraccio di Papa Francesco alla delegazione dell'ospedale di Asiago

Dopo l’udienza il Pontefice si è intrattenuto con i vicentini. Il cappellano: «Gli abbiamo pure cantato dei brani di montagna». Il direttore Di Caprio: «Dialogo che ha trasmesso energia positiva»

All’ospedale di Asiago arriva anche la benedizione di Papa Francesco. Una rappresentativa del personale del nosocomio altopianese formata da medici, infermieri, operatori e amministrativi, guidati dal cappellano dell’ospedale, don Federico Fabris, e dal direttore sanitario dell'Ulss 7, Antonio Di Caprio, è infatti scesa a Roma per incontrare il Pontefice in occasione del secondo anniversario dell'apertura dell’ospedale altopianese. Una trasferta ricca di emozioni per la comitiva altopianese.

La delegazione partita da Asiago martedì

Partiti da Asiago martedì sera poco dopo le 22, la delegazione, composta da ben 52 persone, è arrivata alla Santa Sede nella mattinata di mercoledì per prendere parte all'udienza generale del Papa. Al termine, il gruppo ha avuto la possibilità di uno scambio di battute con Papa Francesco, spiegando le ragioni della presenza in Vaticano e cogliendo l’opportunità anche di consegnare al Santo Padre dei doni portati dall’Altopiano appositamente: prodotti tipici, una croce fatta con il legno dei boschi dei Sette Comuni, una serie di libri sulla storia locale, un Vangelo in cimbro e testi dedicati agli alpini. Dopo aver spiegando il motivo della visita e aver raccontato brevemente la storia e le peripezie legate alla costruzione del plesso ospedaliero, i sanitari altopianesi hanno chiesto una benedizione.
«Papa Francesco, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha voluto dedicarci un po’ del suo tempo proprio per condividere con noi questo momento per noi importante, regalandoci delle emozioni profonde - racconta don Federico Fabris -. Incuriosito da alcuni nostri doni, ci ha persino invitati a cantargli delle canzoni di montagna».

Don Federico su richiesta ha Benedetto papa Francesco

A don Federico il Papa ha poi concesso un dono davvero grande, chiedendo al cappellano dell’ospedale asiaghese la sua di benedizione. «Una richiesta che mi ha onorato ed emozionato - il suo racconto -. Questo viaggio è stato pensato come un gesto di riconoscenza per il personale, a tutti i livelli, che ogni giorno si dedica alla missione della cura dei malati e che si è particolarmente dato da fare nel periodo del Covid».

Emozionato e felice di aver partecipato anche il direttore sanitario Antonio Di Caprio, che spiega: «È stata un’emozione davvero incredibile non solo per me ma credo per tutto il personale presente, in rappresentanza di tutti i colleghi dell’Ulss 7 nonché della popolazione altopianese. Sono stati momenti di scambio, di confidenza e di grande empatia quelli che ci ha trasmesso il Santo Padre. Ha dialogato con noi operatori per ricordare come sia fondamentale nel rapporto con i pazienti sia la gentilezza, sia la tenerezza verso il malato. Un dialogo importante, che ci ha trasmesso tanta fiducia e anche energia positiva - prosegue Di Caprio -. Il Pontefice E’ stato inoltre molto colpito dai tanti doni che gli sono stati portati».

Gerardo Rigoni

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