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Rosà / Altopiano

I due amici diventati disabili si ritrovano. E son fiori d’arancio

Lei in carrozzina dopo un incidente, lui colpito da ischemia cerebrale si sono ritrovati dopo anni e sposati. «Guardo la fede e sono felice».
Il matrimonio di Monica e Bernardino a Rubbio. Con loro i testimoni, Livio e Gianna
Il matrimonio di Monica e Bernardino a Rubbio. Con loro i testimoni, Livio e Gianna
Il matrimonio di Monica e Bernardino a Rubbio. Con loro i testimoni, Livio e Gianna
Il matrimonio di Monica e Bernardino a Rubbio. Con loro i testimoni, Livio e Gianna

L’amore, la gioia e la fede hanno vinto sulla disabilità. Monica Poli, 51 anni, di Rubbio, e Bernardino Scandola, 53 anni, di Tresché Conca, entrambi ospiti dell’istituto Palazzolo di Rosà, si sono sposati e hanno così concretizzando il loro sogno.

Un evento di festa che mai era stato realizzato prima nella struttura rosatese, che accoglie persone diversamente abili e anziani, accuditi da famigliari, volontari, suore e molti operatori socio-sanitari.

Il legame tra i due nato come amicizia è poi diventato amore

Il legame tra i due è nato come amicizia e risale ai primi anni del 2000, periodo in cui Bernardino frequentava il locale di Asiago dove Monica lavorava come cameriera. Il destino ha voluto però che la giovane, a causa di un incidente stradale, abbia subito una paralisi che l’ha costretta su una sedia a rotelle.

L'incidente di Monica e la paralisi

Monica è così stata trasferita prima in una struttura di Marostica e poi al Palazzolo di Rosà, dove risiede da 11 anni. «Per un po' di tempo sono andata a trovarla, quando ancora era a Marostica - racconta Bernardino -. Nel tempo, però, per motivi familiari, non ho più potuto visitarla e ci siamo persi di vista. Due anni fa circa, sono stato colpito da un’ischemia celebrale e, su indicazione dell’ospedale in cui ero ricoverato, sono stato trasferito qui. Chiaramente inconsapevole che avrei ritrovato Monica».

L'ischemia di Bernardino e il nuovo incontro

L’incontro tra i due è stato casuale. «Incuriosita dall’arrivo di un nuovo ospite, sono andata a controllare - aggiunge Monica, guardando il neo sposo con enorme affetto -. L’ho riconosciuto subito, ma lui no, perché ancora poco cosciente a causa dei farmaci che assumeva. Poi, una volta realizzato chi ero, ha iniziato a cercarmi. Io all’inizio ho cercato di tenerlo distante ma ora sono felice». «Le ho chiesto di sposarmi e lei ha accettato», conferma lo sposo.

Una bella storia d'amore

La loro amicizia, nata per caso molti anni fa, è diventata una storia d’amore, coronata da un matrimonio che è stato celebrato nella chiesa di Rubbio, alla presenza dei familiari, dei testimoni degli sposi, i coniugi Livio e Gianna Pellizzari, volontari all’interno della struttura, e di alcuni operatori del Palazzolo.

«Quando Monica e Bernardino ci hanno detto che volevano sposarsi - aggiungono Livio e Gianna - non ci credevamo, pensavamo fosse uno scherzo. Abbiamo anche cercato di dissuaderli, ma la loro convinzione ha commosso pure noi. Alla fine hanno coronato il loro sogno ed è stata una giornata di festa tutta dedicata a loro. Ora sono sereni e felici».

La vita coniugale all'istituto di Rosà

La vita coniugale di Monica e Bernardino si svolge nel rispetto delle regole dell’istituto in cui risiedono, regole che già sapevano di dover accettare, ma che non ha frenato il loro desiderio di unirsi. Si tengono per mano e si osservano, ancora increduli. Loro, una coppia a cui il destino ha prima riservato dei momenti molto duri, salvo poi farli rincontrare, nonostante le avversità e la disabilità.
«Guardo spesso la fede e ancora faccio fatica a rendermi conto di essere la moglie di Bernardino - sottolinea Monica -. Essere chiamata moglie è bellissimo e sapere che lui c’è per me mi riempie il cuore, la vita».

 

Elena Rancan

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