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nuovo indirizzo alle superiori

Debutta il liceo Made in Italy. Ma a Verona per ora nessuna scuola lo attiva: ecco perché

Dal 23 gennaio al via le iscrizioni. Potenzialmente interessati nel Veronese nove istituti, che però per ora hanno scelto di non chiedere l’attivazione. Il preside: «Coniuga sapere tecnico e umanistico»
Nuovo indirizzo alle superiori
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Dal 23 gennaio si aprono le iscrizioni al liceo del made in Italy, il nuovo indirizzo di studi fortemente voluto dal governo di Giorgia Meloni.

Proprio a Verona, lo scorso aprile in occasione del Vinitaly, la premier aveva lanciato l’idea di dare vita a questo percorso che diploma esperti nella promozione dei settori produttivi italiani e delle sue eccellenze, in accordo con le vocazioni specifiche dei territori. Ora è ufficiale: il disegno di legge sul made in Italy che istituisce il nuovo liceo è stato inserito in Gazzetta Ufficiale e la circolare con le istruzioni pratiche per l’iscrizione è stata diffusa alle scuole e alle Regioni.

Le prime classi partiranno il prossimo anno scolastico 2024/25, a patto, chiaramente, che vi sia un numero sufficiente di iscritti.

Per ora a Verona nessuna scuola ha chiesto di attivare l'indirizzo

Non tutte le scuole possono attivare l’indirizzo made in Italy, bensì solo quelle che già erogano il percorso del liceo delle scienze umane con opzione economico sociale, un tipo di liceo in crescita che quest’anno scolastico, in Veneto, è stato scelto dal 4,2 per cento degli studenti al primo anno delle superiori.

Le scuole che intendono offrire questo percorso hanno tempo fino al 15 gennaio per presentare la richiesta alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale, che dovranno procedere alle verifiche necessarie ai fini dell’accordo entro il 20 gennaio. Le iscrizioni saranno possibili dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica, mentre per il resto degli indirizzi scolastici si apriranno il 18.

Nel Veronese le scuole potenzialmente interessate sono nove, cinque statali e quattro paritarie. Ma buona parte di queste ha già stabilito, almeno per ora, di non chiedere l’attivazione del percorso.

I motivi? I tempi sono stretti, senza contare che si conosce solo il programma del primo biennio, che contempla, tra le altre materie, 99 ore di economia politica e altrettante di diritto. Inoltre, chi vuole aprire il nuovo corso deve rinunciare all’attivazione delle classi a opzione economico sociale, perché il progetto non prevede oneri aggiuntivi a carico dello Stato, perciò all’interno della stessa scuola i due indirizzi possono convivere, purché il numero di classi non aumenti.

Un’opportunità: coniugare sapere tecnico e umanistico

«Le scuole», spiega Piergiorgio Sartori, presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi, «hanno concluso gli open day prima di Natale e la tempistica compressa non ha permesso ai licei interessati a proporre questo indirizzo di presentarsi alle famiglie. Questo è stato sicuramente un disagio, ma al netto di ciò, il liceo del made in Italy è una buona opportunità formativa. Dalla riforma 2018, un percorso che valorizza il made in Italy è attivo negli istituti professionali: l’elemento della liceizzazione consente di coniugare il sapere tecnico a quello umanistico».

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Laura Perina