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Riscoprire il filò
delle tradizioni
a partire dalla tavola

“Fare filò” descrive uno dei momenti più sociali delle comunità contadine e montanare del passato. Nelle sere d’inverno ci si riuniva nelle stalle per scaldarsi e al tempo stesso raccontare la propria giornata, narrare storie ed episodi di vita vissuta, mentre si continuava a svolgere le attività legate alla quotidianità, come aggiustare gli attrezzi da lavoro, recitare il rosario, intrecciare ceste o filare. Attraverso il “filò” si custodivano e si tramandavano le tradizioni. La serata delle Buone Tavole dei Berici, la prima dopo la pausa estiva e la quarta della rassegna “Identità beriche” ripercorre le orme del passato con lo stesso spirito, impegnandosi nella ricerca della tradizione. Il titolo della cena di venerdì 7 ottobre alle 20.30 alla Trattoria Zamboni di Lapio – “Filò ed altre storie vicentine del passato” – è un affaccio indietro nel tempo. Ad iniziare dal benvenuto dei padroni di casa: bovoèti (lumache), fichi dell’orto, nervetti, polenta, prataioli. L’antipasto, di Gino Gasparella del Piccolo Mondo di Zovencedo vede in tavola la “suca in saòr” accompagnata da coniglio e pioppini. Poi la “pasta e fàsoi” alla maniera di Isetta, realizzata da Monica Gianesin, mentre il piatto di mezzo, realizzato da Sandra Primon dell’omonimo ristorante di Noventa, presenta un nido di patata con formaggio fresco alle erbe. Arriverà un quarto di anitra al forno con salsa di mele e cipolline al forno di Giuseppe Zamboni, chiude lo strudel di castagne con zabajone alla cannella, a firma di Roberto Berno dell’Antica Trattoria Al Sole di Castegnero. Prossimo evento il 2 febbraio 2017 col titolo "Dispensa, moscarola e cantina”.

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