<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La cerimonia

L'ex base Pluto di Longare intitolata all'alpino vicentino Matteo Miotto

di Giulia Arnaldi
Morto il 31 dicembre 2010 in Afghanistan a soli 24 anni durante un conflitto a fuoco con i talebani
L'ex base Pluto è stata intitolata a Matteo Miotto (Foto ARNALDI)
L'ex base Pluto è stata intitolata a Matteo Miotto (Foto ARNALDI)
L'ex base Pluto è stata intitolata a Matteo Miotto (Foto ARNALDI)
L'ex base Pluto è stata intitolata a Matteo Miotto (Foto ARNALDI)

La pioggia battente non ha fermato la cerimonia per la scoperta della targa che, d'ora in avanti, intitolerà l'ex base Pluto a Matteo Miotto, caduto il 31 dicembre 2010 in Afghanistan, a soli 24 anni, durante un conflitto a fuoco con i talebani. L'intitolazione arriva a pochi giorni dalla 95esima adunata. E non è un caso. Matteo Miotto era, infatti, un alpino vicentino, di Thiene, il primo a morire in combattimento dopo la Seconda guerra mondiale, mentre difendeva un avamposto della Julia, durante una missione di pace tramutatasi in un vero e proprio combattimento aperto. Due le medaglie conferite alla sua memoria: la Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili in operazioni militari e civili all'estero, nel 2011, e, nel 2012, la Medaglia d'argento al valore dell'Esercito. Infine, nel 2024, l'intitolazione alla sua memoria dell'installazione statunitense.

Leggi anche
Il sacrificio di Matteo Miotto morto per la pace in Afghanistan

 

Il comandante Usa ricorda l'alpino Matteo Miotto

«Due anni fa, quando abbiamo iniziato a pensare a un nome - ha spiegato il comandante italiano delle infrastrutture Usa Setaf Michele Amendolagine - abbiamo pensato di non intitolarla agli eroi della Prima o della Seconda Guerra Mondiale, che, per quanto rappresentino tutti i valori che più ci stanno a cuore, fanno parte di una società ormai passata. Volevamo qualcuno in cui chiunque si potesse identificare, qualcuno con cui i cittadini avevano condiviso esperienze e sogni. Uno di noi. Questa persona non poteva che essere il caporal maggiore Miotto. D'ora in poi, caro Matteo, non sentiremo più chiamare questa caserma "Longare Base", ma, piuttosto, sentiremo pronunciare dai tuoi colleghi in uniforme e ai tuoi amici vicentini molto più spesso il tuo nome. La tua storia sarà raccontata e i tuoi valori saranno tramandati».

Leggi anche
L'ultima intervista di Matteo Miotto al Giornale di Vicenza

 

Francesco Miotto, papà di Matteo: «Un qualcosa che rimarrà per sempre»

Alla fine della cerimonia, poco prima dello svelamento della targa, sotto le note dell'inno nazionale italiano e poi statunitense, anche Francesco Miotto, padre di Matteo, ha preso la parola: «Quando Matteo mi ha detto che la sua strada sarebbe stata l'esercito, mai avrei immaginato di trovarmi qui oggi. Ma purtroppo questa è la vita, e bisogna trovare la forza di andare avanti. A noi genitori è rimasta solo la memoria del ragazzo che era Matteo, ma qui oggi vedo qualcosa che rimarrà per sempre, come una casa costruita nella roccia per tanti ragazzi che condividono i sogni e gli ideali di mio figlio. Come un segno indelebile lasciato dal sacrificio di Matteo».

Leggi anche
La mamma di Matteo: «Mio figlio se lo sentiva. Non doveva andare così»