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Verso l'adunata

Alpini, dalle aiuole ai distributori. Caccia ai posti tra blitz e proteste

di Karl Zilliken
Le aree assegnate non bastano o sono distanti e le penne nere stanno occupando ogni anfratto, con la polizia locale che minaccia sgomberi. «Mai successo durante le adunate»
Sotto le tende da campeggio montate in ogni angolo gli alpini non aspettano altro se non vivere momenti di convivialità (Colorfoto/Toniolo)
Sotto le tende da campeggio montate in ogni angolo gli alpini non aspettano altro se non vivere momenti di convivialità (Colorfoto/Toniolo)
Vicenza, arrivano gli alpini COLORFOTO

Aiuole, distributori di benzina e pure il cimitero: la città è un enorme camping a cielo aperto. Ma non tutti sono d’accordo. Soprattutto il comando della polizia locale che ieri è stato impegnato in un super-lavoro di sgomberi (perlomeno tentati) e di dissuasione. L’area più ambita? È quella attorno alle mura storiche. Ieri mattina, il primo problema, se problema vogliamo chiamarlo, è sorto all’angolo tra via Cattaneo e viale Mazzini. Un problema che in serata, perlomeno lungo viale Mazzini, si è trasformato in una decisione: area verde transennata con divieto di bivacco e attendamenti; alpini “relegati” in uno spicchio. 

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Le mura prese d'assalto dai gazebi alpini

Un nutrito gruppo di alpini che si riuniscono come da tradizione da molte adunate, provenienti da Onigo e Castelcucco, nel Trevigiano, ma anche da Castagneto e Noventa Vicentina, hanno trovato una sistemazione in una casa offerta da un vicentino in fondo a via Cattaneo, proprio accanto all’incrocio con viale Mazzini. Nel cortile delle abitazioni a schiera, ieri mattina, era in corso il montaggio del reparto bagno, con wc iper-accessoriato e doccia riscaldata, dotata della propria caldaietta.

Lo spazio, però, non sembrava bastare, soprattutto perché il parco attorno alle mura oltre a essere vicino era anche molto invitante. E così le penne nere, come sempre, si sono rimboccate le maniche e hanno iniziato a edificare un gazebo, poi ne è spuntato un altro. Quindi sono comparsi i tavoli e le panche, nel classico modello alpino. Solo che è comparsa anche una pattuglia della polizia locale, che passava di lì anche vista la vicinanza con la sede di stradella Soccorso Soccorsetto.

L'intervento della polizia locale di Vicenza

Il controllo è scattato, con l’invito a rimuovere subito le strutture posizionate accanto alle mura e di ripiegare nell’area privata, dove avrebbero potuto aprire tutti i gazebo. Loro, però, non hanno voluto sentire ragioni e hanno attuato una sorta di resistenza passiva che consisteva nello stare seduti attuando la sacra pratica di affettare pane e formaggio per creare dei panini. Il tutto bagnato da ottimo vino rosso (e acqua). Il cibo è anche stato offerto a più riprese all’agente rimasto lì davanti di guardia che ha stoicamente resistito, declinando ogni invito. «La giovialità e la soddisfazione sono il bello dell'adunata degli alpini. A Vicenza è la prima volta che succede una cosa del genere - racconta Graziano Spiandore, che compirà 81 anni sfilando domenica e che fa parte di questa variegata pattuglia alpina - Ho fatto praticamente 60 anni di adunate. È sempre stata una tradizione ma le adunate sono possibili solo se si verificano certe condizioni. A Piacenza eravamo vicino alle scuole superiori e una ventina di ragazzi veniva sempre a mangiare da noi. Questo è il bello. La polizia locale ci ha detto che non è possibile stare qui per una manifestazione, ma questa non è una manifestazione, è una festa».

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Sul prato di viale Mazzini

Dopo quasi due ore di questa situazione surreale che vedeva anche i vicentini passare e solidarizzare con le penne nere, una scena molto simile si è verificata sul prato che costeggia viale Mazzini, appena dopo la rotonda di Porta Nova. Un paio di macchine e due furgoni degli alpini del gruppo di Condino, in Trentino, si è accostata e ha cercato di arrivare in mezzo al prato per iniziare a preparare gli attendamenti. È arrivata una pattuglia della polizia locale con tre agenti che hanno consigliato, anche alzando i toni e non ascoltando le ragioni alpine, alle penne nere di cercare un’altra sistemazione: «Siamo venuti qui mesi fa e abbiamo scelto il posto, oggi siamo arrivati prima degli altri per assicurarcelo e ora ci mandano via? Mai vista una cosa del genere, tanto tra poche ore qui sarà pieno di tende e accampamenti. Questi non hanno idea di cosa sia un’adunata alpina. Per questo, andremo a cercare un’altra area ma, quasi quasi, restiamo qui a vedere come si evolve la situazione», confidano gli alpini di Condino. Prudenzialmente, un’autopattuglia della polizia locale è stata piazzata all’imbocco di Porta Nova con una agente incaricata di controllare la situazione. Dopodiché la decisione di posizionare le transenne

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L’accoglienza nello spiazzo del distributore di benzina

Ormai non è complesso trovare accampamenti alpini. In viale Diaz, il titolare dell’area di servizio Vittorio Bonello ha scelto di concedere gratuitamente il suo spiazzo a un centinaio di alpini. L’altro giorno sono arrivati due camper da Bergamo e Brescia con due alpini e le rispettive consorti. Poi, l’area si riempirà con una pattuglia di penne nere del Trevigiano: «Mi hanno contattato all’inizio dell’anno, quando sono venuti a fare i sopralluoghi e io ho scelto subito di cedere l’area gratuitamente, perché è un corpo che fa tanto per l’Italia e mi sembra giusto restituire qualcosa. Ieri sono anche arrivati altri alpini a chiedere ospitalità. Non so se ci stanno; ho detto loro di tornare quando quelli con cui ero già in parola si saranno sistemati. Se ci staranno, li accoglierò».

Al cimitero

Gli alpini di Ponzano Veneto si sono sistemati nel parcheggio del cimitero. Dopo il lavoro di montaggio sono stati fatti spostare di qualche metro.

 

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