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We Are Lane

Un Menti british in luna di miele. Ma occhio al fattore P

La statua di Paolo Rossi nel Largo a lui dedicato davanti al Menti (Foto COLORFOTO/DALLA POZZA)
La statua di Paolo Rossi nel Largo a lui dedicato davanti al Menti (Foto COLORFOTO/DALLA POZZA)
La statua di Paolo Rossi nel Largo a lui dedicato davanti al Menti (Foto COLORFOTO/DALLA POZZA)
La statua di Paolo Rossi nel Largo a lui dedicato davanti al Menti (Foto COLORFOTO/DALLA POZZA)

Uno stadio Menti molto british che se possibile adesso è ancora più affascinante. La statua di Paolo Rossi inaugurata nel giorno del 121° compleanno del Lane va a completare Largo Rossi 9, uno spazio che è riuscito a coniugare la passione per il calcio, le atmosfere dei quartieri inglesi prestati al football e nello stesso tempo riqualificare una zona che fino a pochi mesi fa era piuttosto anonima e che si accendeva solo quando il Vicenza giocava in casa. A prescindere dai giudizi sulla bontà dell'opera (progetto e disegno peraltro approvato dalla famiglia), la statua assomiglia o no a Paolo Rossi? Scatta il dibattito come sempre in questi casi. Del resto ogni statua o scultura calamita su di sé giudizi spesso sferzanti, vedi la sfera dedicata agli alpini davanti alla stazione dei treni di Vicenza. Con l’inaugurazione di giovedì 9 marzo 2023 è ben altro ciò che si è rimesso in gioco e il Vicenza di oggi (società, ambiente, amministrazione pubblica, tifosi) hanno insieme messo in circolo un'idea, la visione, il sogno di chi ha voluto largo Paolo Rossi 9 e la statua di Pablito per identificare calcio e città, Vicenza e una vita a fianco di quella R.

Tutto questo non è casuale, il Menti si appresta a diventare il nuovo Menti, cioè un nuovo impianto che assomiglierà a quegli stadi inglesi delle periferie di Londra che tanto amiamo. Per ora esiste solo un segretissimo studio di fattibilità ma quello che si intuisce è che si tratta di un progetto pensato per chi ama il calcio, anzi lo spettacolo del calcio. Vedere posare la prima pietra del cantiere significherà che il Lane non è più in serie C, condizione che attualmente sembra imprescindibile per avviare davvero i lavori. Ecco perché a tutto ciò che di buono ha fatto questa società sul piano dello sviluppo e dell'organizzazione, va aggiunto un risultato sportivo che non può più attendere dopo cinque stagioni con tante ombre e poche luci.

Ciò nonostante l’altro giorno davanti alla statua intitolata a Paolo, sotto la tribuna del Menti c’era la netta sensazione che il clima e i rapporti tra tifosi e società fossero cambiati per davvero dopo mesi di polemiche figlie della retrocessione. Ciò che di buono esiste oggi è la ritrovata compattezza tra club e ambiente, una specie di luna di miele (anche se a tempo) tra proprietà e tifosi.

Le parole pronunciate dal presidente Stefano Rosso all'inaugurazione e riportate dalla brava collega Marta Benedetti sulle pagine del GdV, vanno analizzate, soprattutto oggi, nel momento cruciale di una stagione. «Questa statua - ha spiegato Rosso - oltre a rendere omaggio ad un campione, ha un valore simbolico: è un passo ulteriore, un altro pezzetto di strada che si aggiunge al nostro percorso che ora vogliamo continuare raggiungendo i risultati sportivi». Rosso dice due cose non banali e non scontate. Primo. La famiglia Rosso continuerà ad investire nel Vicenza, nonostante la società abbia speso decine di milioni in questi anni. Quel «pezzetto di strada», rappresenta cioè la visione che il club continua ad avere e di cui il nuovo Menti fa certamente parte. I Rosso non molleranno il progetto Lane (anche se nel calcio le variabili sono infinite) e le parole di Stefano vanno nella direzione di uno sviluppo ulteriore. Secondo. A tutto questo mancano i risultati sportivi, cioè esiste ancora l'obiettivo di salire in serie A, solo che stavolta non ci sono proclami o promesse. Si parla di «percorso», ovvero un cammino - anche lento - ma costante per arrivare alla meta. Perché se la gestione di una società di calcio la puoi programmare, analizzare ed intervenire con un modello aziendale moderno, le regole del campo non rispondono ai bilanci, nè quelli preventivi, né consuntivi. Ed è questo il gap da superare, ridurre cioè i fattori di rischio con una programmazione sportiva e tecnica adeguata. E' un percorso, come ha detto Stefano Rosso ma che tiene conto oggi, meglio di prima, della passione per il Lane che resiste a tutto e a tutti. Davanti al Menti infatti il presidente del Vicenza ha dichiarato: «Ringrazio i tifosi perché sono il motore principale che ci spinge a fare calcio qui». E certamente averli visti felici e urlanti, caldi e colorati in uno scenario come lo Stadium di Torino, deve averlo fatto riflettere su cosa potrebbe accadere se il Vicenza vivesse il calcio nel salotto che merita e magari in un nuovo Menti.

La vera incognita è il fattore P, come pazienza. Perché il tifo oggi è con te e domani chi lo sa... È la legge di un pallone un po' sgonfiato, di un calcio rissoso e spesso ostaggio dei suoi mali, ma funziona così, c’è poco da fare. Per fortuna che c'è Paolo Rossi, un uomo che viveva di sogni e ambizioni e anche per questo è diventato un mito, una leggenda che ha trovato casa al Menti. La casa di tutti noi.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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