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Il regista Rinaldinho e il cambio di passo, lavoro a tutto campo

Il ritorno amarcord di Rinaldo Sagramola e una panchina che scotta. Le sorti del nuovo direttore generale e amministratore delegato del Vicenza, si incrociano con il tecnico Francesco Baldini.
Il nuovo amministratore delegato e direttore generale Rinaldo Sagramola
Il nuovo amministratore delegato e direttore generale Rinaldo Sagramola
Il nuovo amministratore delegato e direttore generale Rinaldo Sagramola
Il nuovo amministratore delegato e direttore generale Rinaldo Sagramola

Il ritorno amarcord di Rinaldo Sagramola e una panchina che scotta. Le sorti del nuovo direttore generale e amministratore delegato, si incrociano con il tecnico di Massa e già domenica contro la Feralpi Salò si capirà quali saranno i prossimi movimenti in casa Vicenza. L'arrivo di Rinaldihno, un fuoriclasse nel suo ruolo, per competenza, esperienza e capacità di relazioni ad ogni livello, getta le basi per nuove frontiere e gerarchie dentro il Lane. Le lettere da tenere in mente da ora in poi sono due: A e D che stanno per Amministratore Delegato, perchè Rinaldinho Sagramola sarà e farà anche questo e non è una cosa da poco. Significa cioè - come ha confermato lo stesso presidente Stefano Rosso nella conferenza stampa di giovedì - che il nuovo dirigente avrà a disposizione pieni poteri e competenze sul Vicenza Calcio, esclusi ovviamente quelli che spettano alla società, cioè alla famiglia Rosso.

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È un cambio di passo che la proprietà ha voluto affidare all'ex direttore di Brescia e Palermo che evidentemente ha nelle corde caratteristiche che secondo la società non avrebbe avuto l'ex Dg Paolo Bedin. C'è da scommettere che Sagramola sarà più presente pubblicamente rispetto al suo predecessore, una specie di front man del Vicenza, con il presidente che seguirà il Lane con la stessa passione ma dietro le quinte. Toccherà a Sagramola cioè ricucire strappi recenti e passati e proiettare il Vicenza verso una dimensione che guardi l'unico obiettivo di questo Vicenza, cioè la serie A.

Certo, parlare di massima serie, quando hai appena perso quattro partite in serie C, sembra Fantacalcio ma i Rosso quell'obiettivo ce l'hanno comunque impresso in testa e sono determinati a trovarlo, anche se il percorso sarà lungo e tortuoso. Il Vicenza è una società solidissima e anche nei momenti di massimo sconforto va sempre ricordato e ha tutti gli strumenti per arrivare alla serie A dal punto di vista economico. Certo, le scelte tecniche sono un altro mondo e ben più complesse ed è su questo che arriverà il momento delle riflessioni. Ed ecco che Rinaldo Sagramola, non sarà il dirigente che si occuperà solo di gestione e bilanci ma avrà la regia dell'intero progetto sportivo. Non sarà l'uomo che andrà al campo per valutare le condizioni psicologiche e fisiche del patrimonio giocatori, ma darà l'indirizzo agli altri direttori che, guarda caso sono anch'essi romani: Vallone e Balzaretti. Non sarà un triumvirato del Testaccio, questo no. Rinaldinho sa bene che nel calcio non si fanno sconti e prigionieri, parlano i risultati e tutti saranno giudicati dalla posizione in classifica mica dal luogo di nascita ma in vista non ci sono rivoluzioni. Al tecnico Baldini è stato dato ancora tempo per sistemare la squadra, il diesse Balzaretti è già con il taccuino aperto con i nomi dei giocatori da contattare per il mercato di riparazione. Tutto liscio? Certo che no. Sagramola si trova comunque a lavorare su un campo minato, domenica sera dopo la complicata partita contro la Feralpi, si capirà se su quel campo verranno piantati tulipani (li cito solo perchè sono i miei fiori preferiti) o erba gramegna. Perché quello di cui ha veramente bisogno il Lane è la continuità di risultati, cioè non perdere e apprezzare anche il punticino se viene conquistato con una bella e gagliarda partita. Poi tutto il resto è in discesa.

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Paolo Bedin lascia i Vicenza per la seconda volta, dopo aver lavorato con la gestione Dalle Carbonare-Gasparin. Ma lo fa dopo aver strutturato una società che era nata dalla difficile fusione tra la realtà bassanese e quella berica. Quattro anni di riorganizzazione e gestione dei costi che adesso hanno portato il Lane ad essere una società tra le migliori, nel panorama calcistico nazionale così disastrato, dal punto di vista organizzativo. Con l'addio di Bedin (improbabile che per lui si trovino altri ruoli all'interno della società) se ne va del tutto il Vicenza del passato. Dopo l'addio di Di Carlo e quello dell'ex dg, non ci sono più verbi coniugati al passato remoto. Esiste solo l'oggi, il verbo al presente. Quello di una società che con Rinaldinho, lentamente ma progressivamente, cambierà pelle.

Eugenio Marzotto
eugenio.marzotto@ilgiornaledivicenza.it

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