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In 10 anni anche in
Italia più macchine

In 10 anni anche in Italia più macchine
In 10 anni anche in Italia più macchine
In 10 anni anche in Italia più macchine
In 10 anni anche in Italia più macchine

Il prossimo decennio potrebbe essere interessato, anche in Italia, da una crisi occupazionale dovuta alla sempre maggiore diffusione delle macchine in tutti i settori lavorativi. E’ la considerazione contenuta nella ricerca “Il futuro del lavoro nella società digitale” commissionata da Aica (l’Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) e condotta da SDA Bocconi, School of Management, che verrà presentata nel pomeriggio a Milano. UOMO-MACCHINA Un impatto più forte della sostituzione uomo-macchina si avrà a livello di attività operative fi siche (per l’87% degli intervistati) o intellettive (92%) ma subiranno un effetto sostituzione anche quelle concettuali di livello (51%). Dall’indagine, emerge che per il 60% degli intervistati le tecnologie che oggi sembrano più conosciute e promettenti per il business riguardano la stampa 3D, le architetture cloud, l’Internet delle cose e il machine learning. LE OPPORTUNITÀ Le aziende cavalcheranno le opportunità della tecnologia, ma sentono anche la responsabilità di preoccuparsi dei livelli occupazionali in diminuzione (69%). Per la ricerca sono stati intervistati opinion leader, studenti di 15 atenei italiani, startupper di settori economici differenti, manager d’azienda, responsabili del personale. LA FINE DEL LAVORO? “È complesso dire se il lavoro sarà distrutto o ricomposto su altre prospettive rispetto all’assetto attuale, anche se le rilevazioni tendono a dimostrare che anche il lavoro più intellettivo soffrirà della sostituzione uomo-macchina”, affermano Alfredo Biffi e Pierfranco Camussone, docenti della SDA Bocconi e autori della ricerca. Quello che è certo è che anche le macchine avranno bisogno di manutenzione e forse lì rispunterà ancora l’uomo.

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