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L’AUTORE. Eleonora Lista, segnalazione della biblioteca di Thiene

Una vita più vera

Eleonora Lista


Care Anna e Lia, all’arrivo delle vostre cartoline mi ha pervasa una felicità indescrivibile: che bello ricevere finalmente vostre notizie! Tre mesi di lontananza dalle migliori amiche sono pur sempre molti, soprattutto se trascorsi in campagna, dove non c’è campo di ricezione ed è quindi difficile tenersi in contatto con il cellulare, e a poco serve la consolazione di essere finalmente in pausa dalla scuola. Così un paio di giorni fa, quando nella cassetta della posta ho trovato due cartoline con le vostre firme, mi sono precipitata trepidante nella mia cameretta per gustarmi ogni vostra parola senza nessuna distrazione attorno. Al petto sembravo stringere dei tesori preziosi e avevo un sorriso radioso dipinto sul volto. “Vediamo cosa mi raccontano le mie amiche”, pensavo, “Chissà cosa hanno fatto, chissà quali posti incredibili hanno fatto da cornice alle loro vacanze”. Era questo ciò che supponevo e, devo dire, non mi ero allontanata molto dal vero: entrambe accompagnavate le vostre cartoline con descrizioni brevi ma entusiaste dei viaggi che avevate intrapreso. Ma per quanto fossi contenta per voi, mentre facevo scorrere il dito sulla carta lucida, come per sfiorare la realtà dei villaggi turistici e delle spiagge paradisiache che erano raffigurate, ho percepito che in me si andava sviluppando una sensazione nuova che sembrava appartenermi nel profondo, come se proveniente dalla parte più vera e genuina della mia anima, che non ha spento la gioia di sentirvi più vicine, ma l’ha affiancata con discrezione, silenziosa eppure intensa, viva, e praticamente impossibile da ignorare.
Ho cercato di darle un nome, ma mi sembrava di non riuscire a comprendere di cosa si trattasse. Ancora non potevo immaginare che avrebbe rappresentato l’albore di una vera e propria svolta nei miei pensieri, rigenerante come acqua fresca, di cui desideravo parlarvi con queste righe. Dato che non comprendere quel mio stato d’animo mi turbava, ho preferito distrarmi immaginandomi rispondere con affetto alle vostre cartoline, raccontandovi a mia volta come avessi trascorso questi tre mesi d’estate. È stato in quei momenti che ho iniziato a comprendere la grande confusione che avevo nel cuore: vedete, mi sono resa conto che non solo non riuscivo a invidiare i vostri viaggi, ma mi riusciva difficile persino condividere il vostro entusiasmo. Solo all’inizio dell’estate, nulla di tutto questo sarebbe sorto in me, scoprendo le destinazioni lussuose dove vi sareste recate, al massimo avrei provato un po’ di invidia.
Ma nel corso di questi tre mesi qualcosa è cambiato nel mio cuore e mi ha fatto realizzare che, mentre a voi era stato offerto il meglio del lusso, del buon cibo, della mondanità, la campagna mi era apparsa invece noiosa e priva di stimoli: forse per questo ho provato a conoscerla, come per sfidarla a dimostrarmi il contrario. E, che ci crediate o no, ci è riuscita. Passeggiando per i suoi sentieri polverosi, osservando con il binocolo gli uccelli in volo, o semplicemente beandomi della luce rosa dell’alba, ho scoperto quanto mi sbagliassi. È stato impagabile conoscere la natura più vera, quella che in città disturbiamo continuamente: ho imparato a meravigliarmi dei giochi di luce tra le fronde degli alberi, degli impercettibili rumori del bosco che pure risuonano come una melodia infinita, dell’aria fresca e pura, regalo del cielo. Mi sono innamorata dei colori delle farfalle, del profumo del fieno, dello sciabordio dell’acqua del torrente. Avevo il mondo a portata di mano, ma non lo sapevo. È stato così che ho realizzato che nel corso dell’estate, mentre voi eravate letteralmente sommerse da opportunità speciali, io le ho dovute invece ricercare. Nulla mi è stato offerto, ma non era che mancassero le occasioni per imparare e divertirsi: semplicemente, ero io a dovermi mettere in cammino per coglierle, anziché aspettare che altri provvedessero a farlo per me. Con queste parole non intendo vantarmi, ma farvi conoscere un punto di vista diverso, che io ho maturato guadagnando un’estate insospettabilmente ricca e profonda. Ho dovuto per la prima volta mettermi in gioco, e ho imparato che iniziare a farlo significa crescere. Perché quando non aspetti che il mondo ti si avvicini, ma gli corri incontro, avida di vivere, significa che hai scoperto cosa significhi diventare grande, e così è tutta un’altra storia. Una storia che sa d’estate, di crescita, ma soprattutto di vita, una vita più vera.

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