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L’AUTORE. Roberto Calligaro, segnalazione della biblioteca di Vicenza

Toccata e fuga

di Roberto Calligaro

Roberto Calligaro

Estate 1960. Avevo 17 anni. Vacanze a Milano Marittima. La pensione dove alloggiavamo non mi piaceva. A dire il Vero non mi piaceva nulla della località a cominciare dal nome “Milano Marittima”. Non aveva fatto amicizie ed ero particolarmente triste, Mia madre percepito il mio malumore, mi suggerì di visitare la Repubblica di San Marino, distante pochi chilometri. L'ascoltai ed il mattino dopo, abbigliamento sportivo, pantaloncini corti, camicetta colorata e scarpe di tela, ero sulla corriera che si dirigeva verso Monte Titano, sede dell'antica Repubblica. A metà del percorso, dopo avere superato il parco tematico di “Italia in miniatura”, un improvviso dolore al ventre mi fece piegare in avanti. Ricompostomi, i dolori si ripresentarono con intervalli sempre più frequenti, cosi da dovere compiere notevoli sforzi per mantenere una seduta composta, i sobbalzi e le curve peggioravano la situazione, Una sudorazione fredda e tremori si impadronirono del mio corpo. Avevo un disperato bisogno di arrivare a destinazione e trovare un bagno ove risolvere il mio problema, Finalmente l'autista fermò il mezzo. Lasciati scendere tutti gli occupanti, con uno sforzo notevole, riuscii ad alzarmi e con passi lenti raggiunsi l'uscita. Scendere i tre scalini fu un'impresa. Raggiunto il marciapiede, disperatamente guardai attorno per individuare un bar, che fortunosamente vidi a poca distanza. Chiesi del wc. Mi fu indicato di superare una porta sulla mia destra. Un anti wc con un lavamani ed ecco la salvezza. Presi la maniglia e spinsi, ma il servizio era occupato. Dramma. Non riuscivo più a trattenermi. Aspettai qualche attimo e poi cominciai a battere con i pugni sull'infisso implorando di aprire. La porta si aprì, né usci una persona che subito si allontanò ed io mi precipitai dentro chiudendo il chiavistello. Mi girai e vidi la tazza del water intasata e l'acqua dello sciacquone che stava velocemente salendo. Cosa fare? Il water era posizionato tra due finestrine con i davanzali alla stessa altezza della tondina. Con un balzo posizionai i piedi uno a destra e uno a sinistra, con sotto il ribollio dell'acqua ed abbassati i pantaloni, in quella posizione da trapezista senza rete, mi liberai dei miei mali. Quale sollievo. Ristabilito l'equilibrio interiore e con questo anche la consapevolezza che se un grosso problema era stato risolto, uno non meno semplice se ne presentava: “Come scendere dai davanzali e conquistare la via d'uscita ?”. Infatti nel frattempo, anche con il mio abbondante contributo, la tazza aveva cominciato a tracimare. Sporgendomi in avanti riuscii a raggiungere il chiavistello ed aprire la porta. Con un salto atterrai sulla soglia dell'uscita ancora pulita e velocemente aprii e richiusi alle mie spalle il serramento. Ero nell'anti wc al sicuro. Nemmeno il tempo per riprendere fiato e rallegrarmi per l'impresa ed ecco entrare un signore. A testa bassa, scartai il malcapitato che non sapeva cosa lo aspettava e ritornai nella sala del bar. Altri veloci passi e raggiunto l'ingresso, uscii e mi dileguai tra la folla. Avevo un senso di colpa per non essermi fermato a spiegare l'accaduto, ma mi sentivo “libero”. Ancora oggi quando mi chiedono se sono stato a San Marino, rispondo sì , ma solo per una “toccata e fuga”.

(da biblioteca di Vicenza)

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