<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L’AUTORE. Marco Pozza, segnalazione della biblioteca di Recoaro

Racconti di Anguane

di Marco Pozza
Racconti di Anguane
Racconti di Anguane
Racconti di Anguane
Racconti di Anguane

Marco Pozza

Ero bambino, le nonne Rina e Renata e le mie zie mi raccontavano delle contrade Ulbe, Prebianca, della fonte Giuliana e della valle dell’Orco. Le storie sulle Anguane si svolgevano nelle belle stagioni in primavera ed estate, quando vi sono le giornate più lunghe dell’anno e il sole nel crepuscolo serale dona un tocco magico ai boschi, filtrando fra i rami degli alberi le ultime luci del giorno prima di lasciare spazio a una nuova notte. Queste cosiddette Anguane che altro non sono che donne bellissime,dai lunghissimi capelli neri,oppure vecchie megere simili alle fattucchiere(le streghe),sono sempre state attirate dall’acqua e hanno sempre vissuto in armonia con essa. Difatti Recoaro Terme e il suo territorio fra il torrente Agno, ruscelli d’acqua,antiche sorgenti e fontane ne è ricchissimo. La storia che amo riguarda le splendide passeggiate serali che facevo assieme ai miei genitori e alle mie zie nelle contrade recoaresi e a Merendaore, una fra le più grandi e belle borgate della nostra vallata. Poco prima di contrada Ulbe, arrivando da Merendaore, vi è un grande prato con un bosco e fra gli alberi si possono notare due speroni rocciosi “due sengi”di roccia in cui nei pressi si dice che un tempo vi fosse una grande pozza d’acqua che dette il nome alla borgata,mentre ora come in quasi ogni contrada della valle c’è la fontana. Le mie nonne e le zie, mi raccontavano che le Anguane e alle volte qualche Salbaneo,essere misterioso che si aggira nei boschi, simile a un folletto ma più furbo e più brutto d’aspetto, quando giungeva la notte,si recavano con le loro ceste di vimini e i loro secchi alla fontana a lavare i panni e a prendere l’acqua e talvolta se si sentivano al sicuro a sufficienza si facevano il bagno nella grande pozza d’acqua. Quando i secchi erano riempiti e i panni lavati,portavano il tutto nei loro rifugi all’interno di grotte a antri rocciosi nel cuore del bosco. Probabilmente alcuni gruppi di Anguane e di Salbanei,sempre stando alla leggenda,salivano e scendevano dal bosco sottostante le contrade Ulbe e Prebianca che porta alla fonte Giuliana e alla valle dell’Orco,e restando nascosti e in assoluto silenzio le persone più fortunate potevano vederle danzare con i loro secchi e le ceste di vimini a conversare fra di loro. Alcune di queste Anguane erano donne davvero affascinanti e seducenti di animo molto buono, mentre altre erano delle vecchie di indole malvagia, che potevano portare con loro in mezzo ai boschi persino l’uomo più temerario, che difficilmente si lasciava persuadere da codeste creature e non lo avrebbero più liberato. Questo accadeva perché le Anguane così come i Salbanei erano, e sono tutt’oggi infallibili nel nascondersi e a riapparire all’improvviso, donne dotate di un’astuzia formidabile nel corteggiare un uomo e sedurlo. Poteva succedere talvolta che loro stesse seguissero un uomo di nascosto per corteggiarlo,perché alcune di loro cercavano marito per potersi sposare, ma per fare ciò erano costrette ad uscire dai loro nascondigli nel bosco, ed erano ben rari gli uomini che riuscivano vederle o parlare con loro.

Le Anguane e i Salbanei creature dotate di grande carisma e allo stesso tempo, così straordinariamente ambigue, racchiudono in sé un’infinità di racconti e di tradizioni popolari le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Ricordo benissimo che nelle lunghe sere d’estate che io e la mia famiglia passavamo nella mia baita in montagna, stando seduti vicino al fuoco del camino, ascoltavamo la nonna che con grande gioia ci raccontava queste storie affascinanti e ogni volta io e mio fratello e i nostri cugini non aspettavamo altro che ci venissero raccontate nuove storie sul folklore e leggende recoaresi, perché ci piaceva molto. Con queste storie la mia infanzia fu davvero felice e serena e ogni settimana vivevo mille fantastiche avventure nelle contrade, gioendo nei momenti sereni fra i campi.

(da biblioteca di Recoaro)

Suggerimenti