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L’AUTORE. Valerie Calandra, segnalazione della biblioteca di Grisignano

Nella boulangerie

Valerie Calandra


14.06.1940 Caro diario, sono le 5.30 del mattino. Parigi si sta svuotando, le persone scappano in cerca di salvezza: i tedeschi sono ormai vicini. Io non sono disposto ad abbandonare la mia casa. Certamente non mi arrenderò di fronte alla prepotenza di una guerra senza senso, tengo alla mia vita, ma ancora di più ai miei principi. Alcuni mi riterranno uno stupido. I miei fratelli e la mia famiglia sono già partiti alcuni giorni fa, ormai saranno già arrivati dai nonni materni. Ricorderò per sempre gli occhi sgomenti di mia madre quando le riferii che sarei rimasto. Non voleva crederci e mi pregò in tutti i modi di andare con loro. Pianse disperata per la perdita del suo primogenito come se la mia fine, restando a Parigi, fosse già segnata. Non posso negare che più volte ho pensato di rifugiarmi in Provenza dai nonni ma l’amore che provo per la città e per la mia bella Amélie non mi ha permesso di levare le ancore. La mia dolce promessa sposa è stata insindacabile nell’affermare che in nessun modo avrebbe abbandonato i nonni, di cui ormai da sei mesi si sta prendendo cura, e per una strana proprietà transitiva se lei non se ne va, neppure io abbandonerò lei e la sua famiglia. Spio la città dalle assi di legno che sbarrano le finestre e la prima cosa che vedo sono le truppe del Reich che sfilano con le loro motociclette lungo gli Champs Elysée umiliando lo spirito patriottico francese. E’ ufficiale, la città è stata presa dai tedeschi. Sento le lacrime pungermi gli occhi e mando giù il nodo che ho alla gola. Mi giro e guardo Amélie dormire a letto, noto la sua espressione di pace. Vorrei vedere ancora quella spensieratezza anche quando è sveglia. Un sorriso mi affiora tra le labbra, farò di tutto per tenerla al sicuro. Questa guerra ci ha portato via la città ma non potrà scalfire i sentimenti umani. In questo momento di incertezza non posso far altro che mantenere la positività per evitare di impazzire e finire nell’esasperazione straziante che ha già contagiato molti parigini. I miei pensieri vanno sempre a lei: Amélie, solo a nominarla mi si illuminano gli occhi. Ormai è un anno che ci conosciamo e non dimenticherò mai il momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. Era una mattina di giugno e come sempre dopo aver acquistato il giornale mi recavo in una boulangerie per fare colazione. Ero solito trovare il signor Francois, un anziano molto simpatico che sfornava i dolcetti più buoni di tutta la città. Ormai eravamo amici e mi intratteneva spesso raccontandomi delle sue nipoti. Quel giorno ebbi la fortuna di conoscerne una: dolce, timida e dagli occhi magnetici. Dal momento in cui l’ho vista il mio cuore è stato suo. Ben presto riuscii ad ottenere il permesso da Francois per invitarla ad uscire e ricordo di averla portata in un parco per un pic-nic. Eravamo nervosi entrambi ma tutto cambiò quando una nuvola decise di scatenare un forte acquazzone sopra di noi. Dovetti prenderla per mano e ridendo trovammo riparo in un vecchio cinema. Mentre aspettavamo che la pioggia smettesse di scendere iniziai a conoscerla veramente.
Si rivelò una ragazza piena di vita e di interessi che condivideva le mie stesse passioni. Le raccontai di essere uno scrittore e lei restò meravigliata. La lettura costituì la chiave per riuscire a conquistarla. Le regalavo uno scritto diverso ogni settimana ottenendo sempre più il suo interesse. Ogni volta che entravo in panificio mi rivolgeva un sorriso spontaneo e mi offriva una fetta di torta alle fragole. Aveva imparato a conoscermi e sapeva che l’adoravo. Fu proprio quando le regalai l’ultimo libro qualche mese prima che le chiesi di sposarmi. Nascosi l’anello all’interno della copertina e non appena lo aprì e vide il gioiello mi guardò con due occhi sbarrati. Vidi scendere delle lacrime mente annuiva e non potei trattenermi dall’abbracciarla forte. Nonostante il clima politico sono convinto che il nostro amore sarà più grande. Io non posso sapere come andranno le cose ma per me l’estate avrà sempre un posto speciale nel cuore perché mi ha permesso di incontrare la donna della mia vita che un giorno sposerò. Mi auguro che questo giugno sia una fenice che dalle ceneri risorga e più forte. La guerra un giorno finirà e il sordo dolore per le vittime e la devastazione verrà sostituito da un sorriso di speranza. E la stagione dell’amore tornerà senza più paure.

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