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L’AUTORE. Francesco Munari, dalla biblioteca di Monticello

Nel giallo del sole

di Francesco Munari

Francesco Munari

Mamma diceva che il mare porta le conchiglie alla terra ma un giorno ho visto un uomo portato dal mare colorato di giallo.

Era l'estate del mio compleanno, papà aveva una casetta sulla costa e le spiagge di gente, ombrelloni, sdrai, giochi d'acqua, io pensavo ai ragazzi come scolpiti e leggevo, ogni cosa così, pensavo alla folla di vita che s'affolla follia, occhiali da sole sul naso spalmato a crema, sabbia che scotta, il mare d'azzurro. La sera scappavo, volevo un attimo tutto mio, a nozze col sole sul mare, ma chi mi sposa a me?

L'uomo giallo dal mare stava buttato la faccia dentro la sabbia una sera, completamente nudo, io mi avvicino e lui reagisce, mi guarda triste e dice.

- Dove mi trovo? -

- Su di una piccola piccola spiaggia la sera - rispondo cantando.

- E questo vuol dire? -

- Che sei vivo è certo, non è la montagna né la neve, ma dimmi piuttosto perché giallo? -

Lui guarda il mare poi il cielo.

- Là fuori c'è un posto tutto giallo di poesia -

- E sei scappato? -

Ma non risponde e sorride. Aveva due occhi gialli come limoni gialli e i capelli biondi dorati con l'oro delle miniere profonde.

Che importava se la mattina dopo il sole non c'era? È la verità, quell'estate la mattina ricordo il sole non è mai sorto, papà guardava l'ora le sei le sette e ancora niente le otto le nove e niente. Tutti scesero in spiaggia giù a guardare il cielo a guardare il sole che non c'era, e cercarlo nel posto più sbagliato perché il sole stava lì su quella spiaggia giallo in un uomo giallo ora questo lo so, avevo trovato il sole una sera naufragato dal cielo.

Se ti riposi un giorno una mattina soltanto vengono a chiedersi e cercarti. Un modo per tornare, inventarsi un ritorno, ecco di che parla l'uomo giallo, costruire una scala da qui alle nuvole, ma è impossibile dico io.

- E perché? - chiede lui sorpreso.

- Lo vedi quel puntino lì lontano sulla costa? Una volta ci hanno provato, miliardi di gradini -

- E poi? -

- La prima onda è crollata sul mare, me l'ha detto papà -

- E fare che al cielo? -

- Credo rubare le stelle -

- Voi siete così ladri -

Era l'estate del mio compleanno, papà aveva una cinquecento azzurra e l'autoradio ascoltavo la musica del vento venire dai finestrini fuori veloce, ti presento il sole siede in silenzio nei posti stretti di dietro, papà mi credeva pazza ma i fari accesi la notte del giorno davano ragione e divertiva quell'uomo.

- Ne sai qualcosa? - Papà mi guarda diritto negli occhi verdi miei con l'azzurro suo - Di questa faccenda? -

- Forse un pochino - rispondo nascondendo il riso.

- Sei soltanto una bambina. Lascia sbrigarsela ai grandi -

- Il sole della mia vita è caduto la notte e io l'ho preso in cura tra le mani -

Ho visto l'uomo giallo costruire in tutto segreto una scala di legni dalla punta da me indicata. Io sedevo accanto, curiosa. Chissà mi porta con sé. Ma se ne è andato in silenzio com'è arrivato dal mare, sorridendo. E la mattina dopo il sole è nato di fuoco l'estate il giorno del mio compleanno, regalo più grande.

Oggi dove vado ho un raggio che mi guida, mi piace pensare. Mamma diceva che il mare porta le conchiglie alla terra ma un giorno ho visto un uomo portato dal mare colorato di giallo. Tutto il giallo del sole.

(da biblioteca di Monticello Conte Otto)

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