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L’AUTORE. Martina Cavaliere, dalla biblioteca di Arzignano

Incontri in biblioteca
che fanno arrossire


Martina Cavaliere


Questa doveva essere l’estate più bella della mia vita. Invece eccomi qui a fare volontariato nella grande biblioteca del mio piccolo paesino. Non che mi dispiaccia ovvio, adoro stare in mezzo ai libri, con tutte le loro storie e i loro profumi, ma avrei preferito avere la mia migliore amica qua con me. Purtroppo questo non sarà possibile fino al 27 agosto, dato che è in una specie di campeggio estivo.
La mia attenzione viene attirata da una bambina che mi chiede se le posso consigliare qualche libro. “Che genere preferisci?” le chiedo abbassandomi al suo livello. È una bambina molto carina, indossa un vestitino giallo con dei girasoli, delle ballerine del medesimo colore e i capelli biondi legati in due graziose treccine. Avrà circa sette anni. “Non mi piacciono le storie d’amore…” sembra pensarci su un po’ e poi il suo viso si apre in un grande sorriso “Un libro sui draghi!” esclama battendo le mani. Il mio sorriso si allarga perché so benissimo che libro darle. Le dico di seguirmi e mi avvio verso la sessione fantasy. Una volta arrivate le passo un libro che io ho letto e che parla di draghi. “Ti piace? Parla di tutte le cose che caratterizzano un drago” le dico mentre lei lo esamina tenendolo tra quelle sue piccole manine. Il suo sguardo passa indagatore su tutte le pagine sfogliate velocemente e poi mi guarda sorridendomi. “Mi piace molto grazie mille! Te lo riporterò appena possibile” mi dice saltellando. Le sorrido e lei mi fa un cenno della mano mentre esce dalla biblioteca.
Il resto della giornata la passo ad aiutare gli altri, ma quella bambina a cui piacciono i draghi è il mio pensiero fisso. Ha qualcosa di speciale, ma non riesco a capire cosa. Forse non riesci a levartela dalla mente perché è molto simile a te? La mia coscienza ha ragione. Anche io da piccola amavo leggere libri di fantasia perché pensavo potessero portarti in un altro mondo, cosa che i libri d’amore non erano in grado di fare. Spero di vedere al più presto quella bambina. Sono passati due giorni da quando quella bambina è venuta qui. Sto sistemando i libri che sono stati riportati quando qualcuno mi saluta. Alzo lo sguardo e la vedo. Questa volta indossa un vestitino rosa chiaro e i capelli sono sciolti. In una mano ha il libro che le ho dato la scorsa volta, mentre con l’altra tiene la mano di un ragazzo che probabilmente avrà diciassette anni. “Ciao. Ti è piaciuto il libro, allora?” le chiedo abbassandomi al suo livello per evitare di fissare il ragazzo al suo fianco. Adesso che ci penso non l’ho mai visto, né lui né lei. Saranno quella nuova famiglia che è venuta ad abitare nella casa di fianco la pasticcieria di mia madre. “Tantissimo. Anche se alcune parole non le sapevo, ma Shawn mi ha dato una mano. Vero fratellone?” le dice tirandolo per mano attirando la sua attenzione. Entrambe lo guardiamo. Shawn, così si chiama, guarda la sorellina facendole un sorriso e annuendo. Mamma mia che sorriso! Non è il momento di intervenire, anche se devo ammettere che è davvero carino. Il suo sguardo fa una panoramica del posto e si ferma su di me. Dire che ora sembro un pomodoro è poco. I suoi occhi sono di un colore simile al ghiaccio e i suoi capelli neri e ricci sembrano così morbidi che ho la tentazione di infilarci una mano dentro per vedere se lo sono davvero. Ha una corporatura molto muscolosa ed è alto, molto alto. Sembra una giraffa.
“Mi puoi consigliare un altro libro, per favore?” la vocina della piccolina mi riporta alla realtà. “Certo. Che cosa preferisci oggi?” si gratta il mento con uno sguardo pensieroso e a mi viene spontaneo sorridere, è così carina. “Un libro sui vampiri o sui lupi mannari”. Le sorrido e faccio strada. Una volta arrivati le consegno il libro e lei lo fissa come l’ultima volta. Mi rivolge un sorriso e poi si volta verso il fratello e gli chiede se può rimanere a leggere su una poltroncina per un po’. Il fratello annuisce in risposta e lei saltellando si siede sulla poltrona in fondo al corridoio. “Allora” dice Shawn prolungando la o mentre si gira nella mia direzione “Come si chiama la bella signorina?”. Le mie guance prendono fuoco e lui sorride dicendomi che sono ancora più carina quando arrossisco, e le mie guance aumentano di tonalità. Allora lo fa apposta. Gli porgo la mano che lui prontamente mi stringe. “Emma. Il mio nome è Emma” Il suo sorriso si allarga illuminando il suo volto. Forse non è tanto male lavorare qui per il reato dell’estate.

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