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L’AUTORE. Eleonora Peruzzi, segnalazione della biblioteca di Creazzo

In ostello ad Annecy

di Eleonora Peruzzi

Eleonora Peruzzi

Driin! Ecco il suono della campanella: musica per le mie orecchie. È finita la scuola! Che bello, inizia l’estate! Il mio cuore è pieno di gioia ma molti pensieri mi frullano nella testa: uno è che non avrò più la stessa classe perché il prossimo anno andrò alle medie. Sono sicura che perfino i maschi che ho sempre considerato degli antipatici mi mancheranno, ovviamente non proprio tutti. Mi chiedo se ci saranno dei nuovi compagni simpatici. Per questi tre anni volevo avere in classe con me le mie migliori amiche, ma invece siamo tutte divise in scuole diverse… Ho un po’soggezione dei prof, ma adesso penserò solo a divertirmi. La prima tappa: Francia, Annecy, con un gruppo di amici molto numeroso. Il viaggio non finiva mai, è stato così lungo… ho scattato molte foto comunque, e soprattutto durante il viaggio! Le montagne erano bellissime e le nuvole molto basse.

Appena siamo arrivati all’ostello ci siamo divisi in camere. Era ormai sera, perché durante il viaggio ci siamo fermati in alcuni autogrill per la merenda, per il bagno oppure semplicemente per sgranchirci le gambe un po’. Abbiamo anche fatto una visita ad Aosta. Dopo esserci sistemati nelle camere (che erano strettissime e con due letti a castello, ma abbastanza carine) siamo andati a cenare assaggiando cibi francesi. Poi abbiamo fatto una passeggiata in riva al lago di Annecy. Di notte noi ragazze abbiamo fatto un pigiama-party tra pettegolezzi e lunghe chiacchierate. Non vedevamo l’ora che arrivasse mattina per assaggiare le famose brioches francesi: neanche l’ombra! Il giorno dopo abbiamo visitato tutta Annecy a piedi, facendo passeggiate lunghissime. Ci siamo recati anche in molte Chiese e nel Comune e una signora ci ha fatto un discorso su come era bello essere l’unica scuola elementare di Vicenza ad avere un legame con Annecy. Siamo andati a fare anche un po’ di shopping, per la gioia di noi ragazze!

Al pomeriggio la guida ci ha accompagnati alla scuola francese “Vaugelas”: quella sera le famiglie francesi ci avrebbero ospitato per la cena. Io ero accolta in una famiglia molto gentile che prima di mangiare ci ha fatto giocare con il pongo insieme alla loro figlia molto simpatica. Mercoledì, il terzo e purtroppo, ultimo giorno, abbiamo visitato il castello di san Bernardo. Che salite lunghe abbiamo dovuto fare per raggiungerlo! Devo ammettere però che ne è valsa la pena: era proprio bello, aveva una biblioteca enorme, piena di libri antichissimi. Poi abbiamo visto la camera della contessa. La donna, raffigurata in un dipinto, era uno splendore. La sua stanza aveva il letto a baldacchino e la guida ci ha spiegato che a quel tempo non si dormiva completamente stesi, ma in una posizione semiseduta, sennò si evocava la morte: che stranezze! E povera contessa, le sarà venuto il torcicollo... Successivamente siamo saliti in battello per fare il giro del lago. È stato favoloso! I maestri ci hanno offerto anche il gelato, ben due volte. L’ultima sera i francesi ci hanno invitati per un rinfresco a scuola. Poi siamo tornati in ostello e la mattina dopo viaggio di ritorno per Vicenza.

Ma l’estate era solo all’inizio. Infatti dopo la gita in Francia io e la mia famiglia siamo andati in montagna. Un giorno abbiamo raggiunto un bosco. Mi son sempre piaciuti i boschi e il contatto con la natura. Lei non è mai silenziosa e questa è una caratteristica che mi piace. Si può ascoltare il cinguettio degli uccelli allegri, sentire il fruscio delle foglie al vento… Camminando abbiamo raggiunto un piccolo laghetto. Ormai era mezzogiorno e ci siamo seduti sul prato a mangiare dei panini in riva al laghetto. Dopo aver consumato il pranzo ci siamo incamminati ancora. A un certo punto, in mezzo agli alberi fitti, ho scorso dei dolcissimi caprioli che brucavano. Erano meravigliosi: «Shh! Guardate! Non sono stupendi?». Siamo rimasti a guardarli mentre scattavo tante foto, ma dopo un po’ abbiamo deciso di tornare all’albergo. Adesso siamo a casa, ma fra poco andremo al mare di Rosolina, in un villaggio turistico. Di solito all’alba c’è un mare bellissimo. Papà dice che vuole svegliarsi presto per fare una passeggiata in riva al mare, l’alba dev’essere spettacolare, ma io non vedo l’ora di divertirmi in piscina, mangiare il pesce del posto e ammirare i tramonti mozzafiato nella baia di Caleri. Per arrivarci pensiamo di noleggiare alcune city-bike. In spiaggia la sabbia sotto i piedi dà la sensazione che ti voglia fare un massaggio e non vedere la fine del mare ti fa sentire come un granello di sabbia nel deserto. È bello. Non vedo l’ora di andare al mare: «Mare, mare, mare, quanta voglia ho di arrivare…»

(da biblioteca di Creazzo)

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