<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L’AUTORE. Giuseppina Bruni, segnalazione dalla biblioteca di Schio

Concerto in giardino

di Giuseppina Bruni

Giuseppina Bruni

Comincia qui nel piccolo giardino, nel piccolo orto, nel piccolo frutteto, che sono lasciati vivere liberamente. Senti subito la musica dei colori. Suona il giallo fino al rosso delle emerocallidi, moltiplicate con pazienti incroci. Si sorprendono di se stesse, scoprendo continue variazioni nelle sfumature e nelle corolle a calice. L’azzurrino dell’ibisco dipinge tutto un angolo e il roseto bianco fa da basso continuo, dopo esser stato primo-tema in primavera. Nell’orto, l’arancio dei papaveri è sparso ovunque, mentre le aiole degli ortaggi, quasi furtive, si coprono di zucchine e di fagiolini, di pomodori e di steli di cipolle. A fianco, ciuffi di fiori spontanei, nati da semi volati dai monti e dai prati. Il “la” dell’intonazione diffusa sta nel frutteto, con le chiome pesanti di colori maturi di albicocche e di susine. Come una liana, la passiflora li avvolge dei suoi rampicanti.

Chi canta questa musica festosa?

In alto, i rondoni che sfrecciano nel cielo spargendo, dalle piume lucide, riflessi d’argento. Provano il volo in stormi numerosi, con scambio di accordi e di gioia. Sulla cima del cipresso, il merlo. Non è dominante come in primavera, quando innamorava tutti. Con il caldo estivo va e viene. I colombi invece hanno un ritmo regolare e continuano a posarsi sulle travi sporgenti del tetto, come fosse una colombaia, per tubare la loro ricerca di casa.

In basso sta il ronzio. Delle zanzare, che si sollevano dall’umidità delle piantine verdi appena mosse. Di api e bombi, che danzano sui profumi.

L’interferenza- disturbo proviene dalle formiche. Prive di suono, organizzate sugli odori e il tatto, avanzano insistenti. In corteo salgono verso una finestra e intervieni con spruzzi insetticidi. Niente. In fila indiana danno la scalata ad un angolo della casa e le blocchi con una pertica. Ti trovi spettatore di mutazioni comportamentali. Corrono velocissime e si lasciano cadere a terra, dove, appena riprese dall’intontimento, riprendono la corsa come in pista di formula 1.

Che abbiano fantasia? Non si sa, ma mostrano mille risorse. Nel pericolo, l’allarme raggiunge tutte, con trasmittenti incorporate.

Non conoscono festa, perché non sanno giocare. L’apparenza di giocosità è trasmessa invece dalle lucertole, che sui muretti gustano il calore per muoversi con ondulazioni scattanti. Per loro il movimento veloce è festa, a forma di sinusoide.

Allergici al silenzio sono i passeri, che non interrompono mai il dialogo cantato, specie se addolcito da beccate di fichi. Nell’orto i semi di cavolo e di verza attendono anche verdoni e lucherini. Inutilmente. Sono spariti come i pettirossi che ripulivano le piante dagli afidi. Manca così la parte dei solisti, complementari al merlo.

Gli uccelli stanziali, fin dall’alba, fanno vibrare l’aria dell’armonia che intreccia la natura. Naturalmente il concerto si ripete tutta l’estate, senza i rondoni che migrano ai primi di luglio, appena i rondinotti siano cresciuti. Ecco perché si allenavano nei caroselli con vortici a prova di sbandamento e con lezioni musicali sulle note lanciate a tempi sincronizzati. Testavano le formazioni per il lungo viaggio, ancora con l’estate nelle piume. IL segnale per partire è un breve accorciamento di giornate, ma il caldo è solo all’inizio. L’estate continua con la sua musicalità. C’è tempo per il cambiamento legato al ridursi di luce, con suoni e calura che si attenuano. Allora sembrerà lunga l’attesa di questa modulazione naturale estesa da un fiore a un’ala. Sarà proprio il ritorno dei rondoni ad annunciare la primavera, con i voli che muovono il cielo. E poi l’estate.

(da biblioteca Schio)

Suggerimenti