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Colpi di scena, dialoghi
Un vortice di emozioni

La copertina del libro
La copertina del libro
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La copertina del libro

VICENZA

Il ritratto di Dorian Gray è un racconto che narra la storia di un bellissimo giovane alle prese con il suo stesso grande pregio. Il suo amico Basil Hallward, pittore, rimane fin dal primo istante affascinato da lui, e così lo ritrae in un magnifico quadro, che diventerà la causa e il fine dei suoi comportamenti. Incentivato dalle parole melliflue e convincenti di Lord Henry Wotton, Dorian finirà per amare follemente i propri lineamenti, fino ad arrivare ad una decisione estrema. Il linguaggio fluido del testo rende la narrazione veloce, per lasciare poi spazio a delle lunghe digressioni, che sono il fulcro della storia. Colpi di scena, pensieri e dialoghi serrati creano un vortice di emozioni che si concluderanno solamente all’ultima riga. Come sfondo l’ambiente ovattato della nobile Londra vittoriana si intreccia con scenari più violenti e oscuri, che evidenziano la dualità di Dorian e l’arma a doppio taglio che è rappresentata dalla bellezza, vera protagonista di questo romanzo. Inoltre la massiccia presenza di aforismi da parte di alcuni personaggi rende quest’opera rivelatrice della psicologia e dei pensieri dell’autore, che i lettori riconoscono in Lord Wotton. Il risvolto “giallo” che dà Oscar Wilde al racconto rende l’atmosfera più misteriosa e tesa, sospesa tra momenti di calma apparente e sconvolgimenti, per terminare poi in un finale a sorpresa che non lascia interrogativi. Durante la storia troviamo anche molto spazio per il fantastico, caratteristica che riveste un ruolo di primo piano, il quale amplifica la sensazione di attesa e tensione. Personalmente questo è il libro più profondo e interessante che io abbia mai letto, seppur, d’altro canto, le lunghe, elaborate e ripetute riflessioni possano non piacere a tutto il pubblico, ma anzi a tratti rendere il racconto un po’ “pesante” e retorico. Sicuramente però non c’è spazio per momenti di noia, e questo è un ennesimo punto di forza dell’opera, che sa catturare il lettore dalla prima all’ultima riga.

Testo inviato dalla biblioteca Bertoliana

Massimo Pilotto

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