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Micol, dai «4 ristoranti» a Londra: l'Antica Amelia Bistrot parlerà anche inglese

La giovane chef Zorzella punta ad aprire un altro locale all'estero. «Imparo ogni giorno il mestiere, mi piacciono le nuove sfide»
Micol Zorzella all'Antica Amelia Bistrot
Micol Zorzella all'Antica Amelia Bistrot
Micol Zorzella all'Antica Amelia Bistrot
Micol Zorzella all'Antica Amelia Bistrot

L’anno scorso ha vinto il talent show «4 ristoranti» condotto da Alessandro Borghese come ristorante romantico di Verona e oggi proietta lo sguardo su Londra.

Micol Zorzella, trentacinque anni e titolare dell’Antica Amelia Bistrot, a Verona, si illumina quando parla del suo nuovo sogno nella città dove fa ricerca e si rifugia: «Mi piacerebbe aprire un piccolo Antica Amelia nella capitale inglese o all’estero, dove ho sempre attinto nuove idee per la mia cucina. Ho già avviato i primi contatti».

 

La (ri)scoperta della cucina

Micol, originaria di Zevio (Verona), mastica ambizioni sin da ragazzina, quando bazzicava la cucine delle nonne e le aiutava a preparare piatti della tradizione, in linea con quanto raccontano molti cuochi blasonati. Ma quella che tutti chiamano affettuosamente «Amelia» si morde il labbro quando sente la parola «chef». Perché, come ha detto a colui che considera il suo mentore, Elia Rizzo, anima del ristorante stellato Il Desco, lei ha alle spalle la maturità linguistica e sente il bisogno di formarsi gastronomicamente ogni giorno. Nata nel 1987 sotto il segno della Vergine, per Micol la passione si traduce in dedizione, rigore e amore per il dettaglio, che la spinge a porsi sempre nuovi traguardi, a rimboccarsi le maniche per un futuro in divenire.

«Mi sono sposata a ventidue anni e dopo due anni ho avuto mio figlio Niccolò», racconta. «Restavo molto a casa ed è allora che ho riscoperto il piacere di cucinare, accogliere e ricevere e che si è fatta strada l’idea di aprire un locale tutto mio», ci spiega parlando con la luce negli occhi. Nel 2016 ha rilevato la trattoria Antica Amelia in Lungadige Rubele insieme al marito, con un centinaio di coperti, e dove cucinava piatti tipici veronesi. Un’attività faticosa che l’ha portata a un duro confronto con se stessa nel 2019, guardando in faccia le sue ambizioni più riposte. Il suo carattere indomito l’ha spinta nel 2020 ad accettare la sfida più grande, nel bel mezzo della pandemia: spostare l’attività, restringendola a quaranta coperti, in quella che oggi considera la sua casa, tra Piazza delle Erbe e via Sottoriva, l’Antica Amelia Bistrot. Un cambio di passo deciso a livello esistenziale e culinario, che Micol non esita a definire «una trasformazione».

 

Il nuovo percorso

Oggi in vicolo due Stelle batte il suo cuore culinario, aperto al mondo e alle sue suggestioni, lo stesso che le ha fatto conquistare il podio del talent show su Sky e Tv8, ottenendo la stima di Alessandro Borghese. Nel bistrot-bomboniera che Micol ha arredato con oggetti dal fascino retrò collezionati nei suoi viaggi, propone una cucina stagionale che può essere servita anche nei sedici posti del dehors con giardino esotico e arredi in stile boho chic. Dietro ogni ricetta si celano un ricordo d’infanzia, un’esperienza o un viaggio e il piatto tipico si fregia di un arioso accento internazionale.

Nessun corso o scuola di cucina ma tante esperienze, relazioni e soprattutto curiosità di sperimentare. «La materia prima è regina della mia cucina, la ricerco sul territorio, nelle malghe della Lessinia e nei luoghi dove eccelle e la lavoro poco» spiega Micol Zorzella. «Mi lascio influenzare da tutto, anche dal meteo e amo sperimentare».

Tra i suoi piatti identitari, dopo il cocktail di mirto, timo e lime «Amelia on the Rocks», menziona il suo manzo all’olio ispirato a quello bresciano e al bollito veronese, servito con salsa verde o la Pepe&Cacio con caciotta vaccina della Lessinia. Inoltre, l’omaggio a Preben Elkjær Larsen, ex calciatore danese a cui Micol è legata per passione sportiva avendo portato la squadra locale alla vittoria dello scudetto nel 1985 segnando un gol addirittura senza scarpa. La sua ricetta è dedicata alla nazione dello sportivo, con patata lessata, aringa affumicata in legno di faggio, scalogno caramellato e tuorlo d’uovo.

 

La ricetta del cuore

«Il piatto che non manca mai nel menù è, però, la trota cotta a bassa temperatura, con “saor“ di cipolla rossa e yogurt di capra» conclude Micol Zorzella. «È nato nel periodo di lockdown quando l’inattività forzata mi ha demoralizzato, portandomi a dubitare delle mie capacità. Un giorno ero chiusa in cucina, avvolta da un silenzio innaturale. Cucinare mi ha restituita a me stessa e ai miei obiettivi. Lo considero il piatto della mia rinascita». Una rinascita che potrebbe presto parlare anche inglese.

Monica Sommacampagna