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IL CAMPIONE BIERSOMMELLIER

La birra per lui non ha alcun segreto. Toso sbaraglia tutti e andrà ai Mondiali

“Il mondo della birra è fantastico, ricco di sorprese e realtà stupende”. Così esordisce Matteo Toso, 34 anni di Tezze che, nello scorso mese di aprile, si è aggiudicato il titolo nazionale di biersommellier. L’importante campionato italiano si è tenuto a Sant'Arcangelo di Romagna, campionato nel quale si sono classificati, entro i primi dieci, anche due suoi colleghi di lavoro, Daniele Vivian e Nicolò Camana.

NATO TRA I FUSTI DI BIRRA Matteo è cresciuto tra i fusti dell’azienda di beverage fondata dal padre, la Birra Ingross srl con sede a Tezze, e qui si sta realizzando, impegnandosi nell’attività. A settembre andrà a rappresentare l’Italia ai Campionati Mondiali, che si disputeranno a Monaco, assieme ad una ventina di nazioni. Il suo è stato un percorso dettato dalla passione tramandata dal papà, verso un prodotto che sta prendendo piede e che merita essere conosciuto. «Una decina d’anni fa ho scoperto che esiste il sommelier della birra – racconta il giovane – e così, nel 2015, mi sono iscritto al corso come biersommelier all’accademia Arte-Bier, filiale italiana dell'Accademia Doemens di Monaco di Baviera, che forma mastri birrai fin dalla fine del 1800. Da qui si sono susseguiti corsi di approfondimento e diversi studi, che mi hanno permesso di poter raccontare questa bevanda, farla conoscere e promuoverne la cultura». La gara si è svolta in una giornata e si componeva di una prima degustazione, fatta alla cieca, di dieci stili di birra da indovinare, su un ventaglio di una trentina di risposte. Sono seguite domande di cultura generale. Chi superava la prova, passava alla successiva, durante la quale c’era il riconoscimento sempre alla cieca e su dieci birre, dei difetti e dei profumi particolari, con trenta risposte a disposizione.

LA FINALE NAZIONALE Alla finale concorrevano poi dieci persone, semifinale sicuramente più difficile, perché davanti al pubblico e alla giuria, il candidato doveva spiegare un bicchiere di birra completamente anonimo. «In questa occasione l’importante era non mostrare insicurezza – aggiunge Matteo che, alla finale nazionale, ci è arrivato in altre occasioni, senza mai raggiungere il titolo - Chiaramente si è trattata di una bella soddisfazione e rappresentare l’Italia, l’11 settembre a Monaco, sarà una bella sfida. Ma ne vado orgoglioso. E poi, conoscere la birra e presentarne le qualità è un qualcosa che mi arricchisce. La birra, questa bevanda che ora si sta riscoprendo, è considerato il prodotto della convivialità, è un mondo dinamico e vario». Dai monaci era chiamata “il pane liquido” grazie alle sue numerose proprietà ed è considerata la miglior bevanda da assumere dopo uno sforzo sportivo. «Il 95% di quello che bevi è acqua – conclude Matteo - quindi ti idrata molto e allo stesso momento nutre. La cultura della birra va promossa».

Elena Rancan