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Il personaggio

Alla "Pjazzetta" la pizza è verace al ritmo di jazz. E i musicisti lo sanno

Il bop e la mozzarella campana, le atmosfere jazz e i profumi del Mediterraneo. Accade a Recoaro nella pizzeria e jazz club

Il bop e la mozzarella campana, le atmosfere di New York e i profumi del Mediterraneo. Accade alla Pjazzetta di Recoaro, locale che dal 2015 è allo stesso tempo pizzeria e jazz club. Entrambe le cose espresse al livello più alto, realizzando due sogni del suo ideatore Carlo Gaizo: regalare al pubblico ogni settimana musica suonata da nomi di punta del jazz italiano e portare nel cuore del Veneto i sapori della sua Agerola. Agerola, ultimo centro in provincia di Napoli ai confini con Salerno, affacciata sulla costiera amalfitana e regno di eccellenze gastronomiche come il Fiordilatte o i suoi insaccati di grande qualità.

Tutto comincia nel '92 quando Gaizo, all'epoca agente di commercio, si trasferisce dalla Campania a Recoaro. Lo accompagnano la moglie Luisa e le tre figlie, Teresa, Annalisa e Carmen. «Arrivati a Valdagno - ricorda - la strada si infilava in una valle stretta, erano tutte montagne e si continuava a salire. Ci fermammo a Recoaro. Pioveva».

Un benvenuto non inusuale per le Piccole Dolomiti, ma lontano, lontanissimo dal sole della costa campana. «Non ci perdemmo d'animo - continua - e cominciai subito a coltivare il progetto che tenevo nel cassetto: quello di un locale nel quale far incontrare la musica nata a New Orleans con le specialità del nostro Mezzogiorno».

Un po' di pazienza, migliaia di chilometri in auto e le occasioni arrivano. È il 2015 e la famiglia Gaizo riqualifica un vecchio albergo all'entrata del paese. Si chiamerà "La Pjazzetta" celando nel nome la grande passione del suo ideatore. Specialità musicale, il jazz "made in Italy" inconfondibilmente capace di intrecciare ritmi sincopati e motivi popolari; specialità gastronomica la pizza preparata come la si fa a Napoli, la pasta al pesce come in Costiera e le fritture che, di Carlo Gaizo, sono la firma d'autore.

Ad accogliere i musicisti fin dagli esordi del club c'è un palchetto con pianoforte rigorosamente accordato ogni settimana, contrabbasso e batteria. Carlo si occupa anche degli impianti che vuole tarati a regola d'arte, ma all'inizio i musicisti sono dubbiosi. Jazz in pizzeria? Sicuri che funzioni? «Capivo le loro perplessità - commenta - ma mi ero studiato tutti i principali club d'Italia e d'Europa ricavando il meglio per la nostra proposta e credevo nel progetto». Poi, una stella come il trombettista Fabrizio Bosso rompe il ghiaccio. Sì, Recoaro non è proprio sulle principali direttrici del traffico, ma l'accoglienza tutta calore mediterraneo vale il viaggio. E, poi, c'è una frittura preparata al momento, ma una frittura... La voce comincia a spargersi: alla Pjazzetta, in questo posto tra le montagne si trova tutto ciò di cui un musicista ha bisogno.

«Passione e amicizia, per cominciare - chiosa Gaizo - libertà di espressione e un pubblico di autentici cultori della materia che, oggi, arrivano fin dalla Lombardia». Certo, perché il giovedì sera, quando alle 21.30 si alza il sipario sul jazz, la regola è il silenzio assoluto. Teresa, nel frattempo promossa direttrice del locale assieme al marito Roberto, controlla che i tavoli siano sparecchiati, fa un cenno a papà Carlo e si comincia.«Bosso, che ormai è di famiglia, e poi il pianista Dado Moroni o il collega Enrico Pierannunzi - Gaizo si illumina - il sassofonista Max Ionata o il contrabbassista Gabriele Evangelista o un altro grande amico (e contrabbassista) come Lorenzo Conte».

Nessuno più vuole mancare alla Pjazzetta di Recoaro che, frattanto, raccoglie anche foto e cimeli, arrivando ad allestire un piccolo museo del jazz. Alla fine della serata, quando le ultime note sfumano, si torna a essere pizzeria e a servire i piatti forti come la "Agerolese" con mozzarella di bufala e crudo, o la "Cantabrico", con burrata, pomodori e acciughe. Ancora, gli spaghetti allo scoglio e le grigliate di pesce che richiamano ogni settimana centinaia di avventori. Succede quando i sogni si trasformano in realtà e si trova l'America tra le montagne vicentine, senza arrendersi a un giorno di pioggia all'inizio dell'avventura.

Lorenzo Parolin