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Ristorazione e solidarietà

Passamilsale, storia di amicizia e lavoro perché l'accoglienza passa anche nel piatto

La storia di Benedetta Miniutti e Davide Bellarte che hanno aperto un ristorante con cucina di casa in centro a Vicenza
Benedetta Miniutti e Davide Bellarte
Benedetta Miniutti e Davide Bellarte
Benedetta Miniutti e Davide Bellarte
Benedetta Miniutti e Davide Bellarte

«Praticamente il nostro progetto nasce da un "fallimento": a 50 anni, ci siamo trovati a dovere (o volere) cambiare lavoro». A parlare è Benedetta Miniutti che, con l'amico Davide Bellarte, il 30 giugno 2020 ha aperto Passamilsale, un ristorante con cucina di casa in centro a Vicenza. Si conoscevano da prima, Benedetta e Davide, finché un giorno, nel giardino di Casa Speranza (casa famiglia per persone ammalate di Aids dove Davide lavorava) si sono guardati e, tra una risata e un pizzico di follia, si sono detti "Che facciamo? Mettiamo in piedi un'osteria". Da un lato le disponibilità economiche di Benedetta, dall'altro l'esperienza giovanile di Davide, aiuto cuoco, ecco le basi per avviare un progetto ristorativo, ma anche inclusivo: uno spazio non solo un luogo dove mangiare. «Nel nostro locale c'è la degustazione, ma anche di utilizzo del cibo per far star bene le persone. Inevitabile, per noi, che arriviamo da esperienze sociali, di disabilità, tossicodipendenze e recupero di ex carcerati, vedere l'accoglienza nel piatto».

Come si concretizza l'accoglienza?
Anzitutto nel nostro manifesto appeso nel locale e scritto nei volantini sul bancone: dieci punti cardine. Dentro a queste promesse ci siamo noi, i motivi per cui abbiamo scelto di aprire Passamilsale e la nostra visione di come deve essere. Sono le piccole scelte che facciamo ogni giorno a fare la differenza: dove facciamo i nostri acquisti e come paghiamo; l'attenzione che mettiamo nel preparare le cose e l'impatto che anche una piccola attività può avere sul pianeta e sul benessere della società. Abbiamo fatto i pasti sospesi con Refugees Welcome e con il CSV di Vicenza per le famiglie ucraine e quelle che le hanno accolte. E poi... ci ricordiamo come prendono il caffè i nostri clienti: se non è accoglienza.

Cosa significa Passamilsale?
Cercavamo un nome originale e lo spunto ci è venuto da più parti. Io sono romana e adoro "Passame er sale", una canzone d'amore di Luca Barbarossa a sua moglie: cucinare lo fai bene solo se ci metti il cuore. Il sale era anche il metodo di pagamento di una volta, da qui il termine salario. Infine, "passami" prevede "un altro", un tu, una condivisione, una vicinanza.

Come pensate il vostro menu?
I menu sono sempre stagionali per motivi ideologici, etici ed economici. Poi c'è il divertimento nel pensare quelli tematici: a gennaio, per la mostra di Christian Greco "I creatori dell'Egitto eterno" in Basilica abbiamo offerto un menu con inserti egiziani, a febbraio per il carnevale abbiamo proposto le ricette bugiarde, e così via. In pausa pranzo si trovano piatti sempre diversi.Un bilancio e un propositoSiamo ancora entusiasti di questa esperienza ed è un'ottima cosa. Non nascondo che ci sono delle difficoltà economiche, relative soprattutto alle bollette. Siamo cresciuti in termini di numeri, con una media di 20 persone a pranzo. I buoni propositi per il 2023? Mantenere alti i livelli di cucina, servizio e sostenibilità etica.

Margherita Grotto