Nei carrelli dei consumatori una bistecca e un burger vegetale non si escludono più, anzi convivono, come dimostra l'esperienza delle generazioni più giovani. La vera notizia è che dietro le quinte della produzione delle alternative green alla carne i due mondi si possono incrociare. Anzi: c'è un caso in cui è addirittura il business della carne che permette di investire in innovazioni di gusto e consumo.
Come questo accada lo si può leggere ne "La rivoluzione dell'hamburger. Dalla carne al digitale, il caso Kioene", un libro edito da Post Editori in libreria da pochi giorni, a firma del giornalista Marco Panara. Il volume ripercorre nella prima parte la storia imprenditoriale di Kioene, l'azienda padovana dei fratelli Tonazzo, da sempre nel settore delle carni, che da 35 anni sono diventati pionieri nei prodotti proteici a base vegetale già a fine anni '80 finanziando ricerca e sviluppo di alimenti alternativi.
Nella seconda parte, il libro esplora il mondo delle proteine animali e vegetali, gli impatti su salute e ambiente e gli enormi interessi coinvolti. La produzione di carne, uova e latte è responsabile del 14% delle emissioni di CO2, di un consumo elevato di territorio e di acqua e ha un forte impatto ambientale. Indagando su cosa le proteine animali e quelle vegetali possono rappresentare nel futuro dell'alimentazione di una popolazione in crescita che raggiungerà i 10 miliardi nel 2050, Panara mostra attraverso l'esempio di Kioene che un equilibrio tra esigenze alimentari e sostenibilità ambientale è possibile e necessario. Sullo sfondo le innovazioni più dirompenti dalle nuove tecnologie di fermentazione alla carne coltivata con il recente divieto del Parlamento italiano di produrla e commercializzare col nome "carne" i prodotti vegetali che hanno la forma di cotolette, polpette e via elencando.
La rivoluzione dell'hamburger
Post Editori
Anno 2024, pag. 192
Costo 22 euro