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La guida

Quali sono i migliori ristoranti vicentini per il Gambero Rosso

Presentata l'edizione 2024 dei ristoranti italiani. La Peca confermata, poi Aqua Crua e la Tana Gourmet; tra i top anche Spinechile, Damini & Affini e il giovane Matteo Grandi, poi Impronta e Locanda di Piero
I fratelli Nicola e Pierluigi Portinari e Cinzia Boggian i magnifici tre de La Peca
I fratelli Nicola e Pierluigi Portinari e Cinzia Boggian i magnifici tre de La Peca
I fratelli Nicola e Pierluigi Portinari e Cinzia Boggian i magnifici tre de La Peca
I fratelli Nicola e Pierluigi Portinari e Cinzia Boggian i magnifici tre de La Peca

Luci ed ombre per la ristorazione vicentina dalla radiografia fatta dalla "Guida ai Ristoranti d'Italia 2024" del Gambero Rosso, presentata a Roma in questi giorni. Si conferma lo zoccolo duro dei ristoranti già selezionati lo scorso anno (ad esclusione dell'ex stellato Stube Gourmet che riaprirà i battenti entro Natale) con una new entry di cui sentiremo parlare, Ca' Apollonio Heritage a Romano dell'ex stellato Alessio Longhini. Esordio in sordina per la nuova avventura dei coniugi Maria Pia Viaro e Massimo Vallotto: una forchetta e 78/100.

I voti del Gambero Rosso ai ristoranti di Vicenza e provincia

Ma passiamo in rassegna i migliori ristoranti berici per il Gambero. Al primo posto si conferma La Peca dei fratelli Portinari a Lonigo, tre forchette e un punto in più rispetto al 2023: 91.

Secondo posto a pari merito per i due "ex giovani" talenti della ristorazione vicentina: Giuliano Baldessari con l'Aqua Crua di Barbarano e Alessandro Dal Degan con la Tana Gourmet di Asiago, entrambi confermano due forchette e 88 punti.

Un altro pari merito al terzo posto, questa volta per due istituzioni, due garanzie, lo Spinechile di Schio dello chef Corrado Fasolato e Damini Macelleria & Affini ad Arzignano dei fratelli Damini, creatività e classicismo a braccetto, entrambi confermano 86 punti.

Al quarto posto un giovane talento (33 anni), non più emergente, una classe cristallina e la volontà per puntare in alto, Matteo Grandi con il suo Matteo Grandi in Basilica, in centro a Vicenza, anche lui conferma 84 punti e forse in questo caso ci sentiamo di dire che almeno un punto in più ci stava.

Al quinto posto sale Cristopher Carraro con l'Impronta di Bassano, un punto in più, da 82 a 83.

Ancora un pari merito a 82 punti e due forchette per due classici come la Locanda di Piero a Montecchio Precalcino di Renato Rizzardi e la più antica stella Michelin di Vicenza, il Casin del Gamba ad Altissimo di Antonio Dal Lago.

Si scende di un punto in classifica a 81 e troviamo il Trequarti dello chef Alberto Basso in gran spolvero, per lui un punto in più rispetto al 2023.

A 80 punti un'altra coppia di ristoranti, i giovani emergenti del Camaleonte di Alonte, che salgono di un punto (avevano 79) e la Favellina di Malo dello chef Federico Pettenuzzo che invece conferma l'80.

A 79 troviamo l'unico ristorante vicentino che ha messo a segno un doppio balzo, l'Osteria del Gua di Lonigo, diretta da Luca Pinter, chef Marco Culeddu, nel 2023 aveva 77.

La new entry Ca' Apollonio Heritage come si diceva prima, conquista 78 punti, chiude la classifica dei ristoranti con punteggio la Trattoria Zamboni che conferma 76.

Trattorie di qualità

Tre i locali classificati come trattorie di qualità, senza voto, ma con una scheda lusinghiera: FuoriModena a Vicenza di Claudio e Lorenzo Roncaccioli, la Fattoria Sociale Conca d'Oro a Bassano e infine l'Enoiteca Pomo d'Oro a Romano di quel vulcano di Letizia Bonamigo.

I top in Veneto

Due dati sul Veneto che conferma le tre "Tre Forchette" (voto massimo) con La Peca appunto a Lonigo, Le Calandre, a Rubano di Massimiliano Alajmo e l'Antica Osteria da Cera, a Campagna Lupia dell'omonima famiglia. Non mancano punteggi pieni anche tra le trattorie, con Amo a Venezia con le sue Tre Cocotte e un eccellente Tre Boccali, Nidaba a Montebelluna per la selezione delle birre.

Alberto Tonello