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Il dato

Cenone addio, crack da 500 milioni

L’addio al tradizionale cenone di fine anno fuori casa, colpisce quasi 6 milioni di italiani con un crack di circa mezzo miliardo per ristoranti, alberghi e agriturismi.
È quanto emerge da una stima della Coldiretti sugli effetti del Dpcm che fissa le regole per le feste di Natale 2020, che obbliga alla chiusura serale dei locali in tutte le regioni cancellando di fatto i tradizionali veglioni di Capodanno, che segnano per molte realtà della ristorazione il picco degli incassi durante l’anno, con un spesa media che lo scorso anno ha superato gli 80 euro per persona. A pesare - sottolinea la Coldiretti - è anche la decisione del coprifuoco di fine anno dalle 22 alle 7 del mattino seguente, che di fatto impedisce ogni forma di socialità a tavola, ostacolata peraltro durante tutte le feste dall’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni gialle.

Peraltro la decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno - denuncia la Coldiretti - mette ko le 24 mila strutture agrituristiche nazionali che sono principalmente situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. «Un duro colpo per l’economia dei piccoli comuni e anche vero paradosso se si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolinea che «dalla tenuta del tessuto economico e sociale delle aree interne dipende molto delle possibilità di ripresa del Paese».