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Il vino Falanghina
inebria calamari
e tartare di tonno

La degustazione di un vino bianco
La degustazione di un vino bianco
La degustazione di un vino bianco
La degustazione di un vino bianco

Versandolo nel calice si nota immediatamente il suo colore giallo paglierino, più o meno intenso. Al naso, annusandolo, si percepiscono prevalenti sentori floreali (fiori gialli come la ginestra, in modo particolare) e di frutta a polpa bianca. In bocca, al palato si presenta fresco, con una buona acidità comunque equilibrata, armonico e con una piacevole persistenza gustativa. Sono queste le caratteristiche essenziali del vino Falanghina, nella sua generalità ben si intende poiché non si può fare un’analisi unica che possa “calzare” a ogni tipologia vista l’ampia gamma di prodotti, anche se nascono dalla stessa uva: troppo vario il territorio nazionale e ben diverse le tipicità delle singole regioni che differiscono tra loro per clima, terreno e metodi di coltivazione. LE REGIONI. Dedico questa puntata settimanale dell’Angolo del Sommelier al vitigno Falanghina e all’omonimo vino bianco che trova terreno fertile, in maniera più o meno evidente, in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria. Proprio a seconda del territorio in cui nasce, assume caratteristiche diverse per qualità e per tipo di abbinamento. ABBINAMENTI. In generale è un vino che, per le sue caratteristiche, predilige accostamenti con carni bianche o con il pesce: per quest’ultima scelta gastronomica il suggerimento a tavola è con il riso agli scampi, il carpaccio di tonno oppure le triglie al cartoccio con cottura in forno, senza dimenticare la tartare di salmone oppure i crostacei. RICONOSCIMENTI. Nel panorama italiano, spiccano alcune eccellenze enologiche per quanto riguarda questo vino, come nel caso del Falanghina del Molise DOC (Denominazione di origine controllata) con alcuni prodotti di aziende che hanno ottenuto riconoscimenti nelle varie guide di valutazione. Vino di eccellente profilo stilistico e organolettico, come giudicato dall’Associazione italiana sommelier nell’edizione 2019 della Guida “Vitae”, è il Falanghina del Molise DOC Oravera 2017 dell’azienda Terresacre che matura in legno di rovere francese per sei mesi che consente alla sua struttura di “pulsare” al punto da essere proposto con un abbinamento diverso dal pesce, cioè un risotto con midollo di bue. Invece, il Falanghina del Molise DOC Biorganic 2017 dell’azienda Di Majo Norante, con vinificazione in acciaio per sei mesi, viene suggerito in abbinamento a un primo piatto: la calamarata al baccalà. Di pari profilo stilistico e organolettico, giudicato ottimo, c’è il Falanghina Aere 2017 IGT, perfettamente equilibrato tra freschezza e morbidezza, da accostare a un’insalata di calamari e verdure. • © RIPRODUZIONE RISERVATA