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CENT’ANNI FA

Il menu degli ufficiali
ha ispirato la cena
dedicata all’armistizio

Soldati italiani e francesi a Vicenza sotto la Basilica palladiana
Soldati italiani e francesi a Vicenza sotto la Basilica palladiana
Soldati italiani e francesi a Vicenza sotto la Basilica palladiana
Soldati italiani e francesi a Vicenza sotto la Basilica palladiana

“Potage julienne; Salade russe; Dindes rôties aux marrons; Epinards aux crûtons; Salade; Crême au chocolat; Fromage; Dessert”. Ovvero: zuppa di verdure alla julienne, insalata russa, tacchino arrosto ai marroni, spinaci con i crostini, insalata, crema di cioccolata, formaggio, dessert. Non è un menu particolarmente elaborato, ma non ci si può aspettare molto di più se si tiene conto dell’epoca e della situazione: 12 novembre 1918, stato maggiore della 24a divisione delle truppe francesi, in attività sull’Altopiano di Asiago. Quindi pochissimi giorni dopo l’armistizio di Villa Giusti e la fine della prima guerra mondiale. Nonostante la cessazione delle ostilità, non doveva essere facile reperire in quelle zone dei prodotti molto pregiati, così da poter imbandire un bel banchetto agli ufficiali francesi. Ma il siniscalco, cioè il responsabile del menu di quella cena, fece del suo meglio, e ne uscì una serie di portate più che dignitose. La sorpresa arriva quando si va a vedere chi fosse questo siniscalco, il cui nome è riportato sul menu originale che fa parte della preziosa collezione di Giovanni Periz. Si legge “Lieutenant de Valmarana”: il conte Andrea di Valmarana, veneziano, discendente dall’antica famiglia vicentina, il quale fu ufficiale d’artiglieria nella Grande Guerra, impegnato in diverse località di combattimento, tra cui Asiago, e decorato anche della medaglia d’argento al valor militare per un’azione eroica. Circostanze tali da ispirare l’Accademia italiana della cucina, delegazione di Vicenza, che prima ha ricordato la firma dell’armistizio, al Museo del Risorgimento e della Resistenza, e poi ha dedicato al centenario una conviviale, al ristorante Da Biasio, con un menu ispirato a quello del “Lieutenant de Valmarana”. La pubblicazione preparata per l’occasione ricorda peraltro che fra le truppe francesi, comandate dai marescialli di Francia Ferdinand Foch e Marie Emile Fayolle, e i vicentini i rapporti furono più che buoni. Il contributo francese contro le forze austroungariche si rivelò determinante, tanto che il 14 luglio 1918 la festa nazionale della Francia divenne una festa anche in piazza dei Signori, come racconta anche Giuseppe De Mori in “Vicenza nella guerra 1915-1918”. E nel 1921 la Città di Vicenza ricevette la “Croix de Guerre” francese, consegnata con grande solennità da una delegazione d’Oltralpe. • © RIPRODUZIONE RISERVATA