<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
LA VERTICALE

Quando il Soave si può degustare anche dopo 40 anni

Non sono molte le cantine che producono vini bianchi in grado di farvi assaggiare bottiglie di 30 o 40 anni, meno ancora quelle che dal 2003 stivano in cantina 2000 bottiglie l’anno dei loro cru (Calvarino e La Rocca) come eredità storica e strategia commerciale, per mostrare le potenzialità di invecchiamento del Soave. Pieropan è una di queste, potremmo dire che il Soave si declini in prima e dopo Leonildo Pieropan. Il figlio Dario, che si è assunto l’eredità di proseguire nella stessa filosofia produttiva, ha tenuto nei giorni scorsi una verticale unica di Calvarino. Cinque bottiglie che raccontano la cifra stilistica del produttore a partire dall’annata in commercio, la 2020, tipica, avvolgente, con una mineralità elegante e una persistenza lunga in bocca. A seguire la 2014 e la 2011, ma è la 1992 che ci ha sorpreso di più, un vino in perfetta salute, naso pieno, mineralità e speziatura. L’ultima bottiglia è stata una special per l’inaugurazione della cantna: 5 annate dal 2008 al 2012, dove la mano del vigneron sovrasta il territorio pur in un rispetto religioso delle caratteristiche del vigneto.

Alberto Tonello