<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La cantina

Passato e futuro, la saga Cavazza racconta le doc

Una delle cantine simbolo del territorio con un secolo di vendemmie alle spalle si è rinnovata in maniera radicale nell’immagine pescando dalle origini

Novantacinque vendemmie e non sentirle e la consapevolezza di avere sulle spalle l’onere e l’onore di rappresentare un territorio, particolarmente vocato, ma anche frammentato. La famiglia Cavazza, alla quarta generazione, da quando il bisnonno Giovanni acquistò nel 1928 la casa (dove oggi c’è la cantina) a Selva di Montebello, oggi dall’alto dei 145 ettari vitati, ha deciso di raccontarsi, dopo aver passato un secolo a lavorare la vite. L’ha deciso nella consapevolezza di avere l’autorevolezza di poter raccontare contemporaneamente la storia di un territorio vinicolo e, perché no, di due denominazioni, i Colli Berici e il Gambellara.
E siccome il futuro si costruisce si mattone per mattone sulle fondamenta del passato, ma anche avendo il coraggio di innovare, anche dal punto di vista dell’immagine, ecco che Cavazza inizia il suo storytelling dal logo, il marchio identificativo, rinnovandolo completamente, pur partendo da quello storico che campeggiava un secolo fa all’ingresso della cantina.

Presente e futuro si intrecciano dunque nella quarta generazione, composta dai cugini Stefano, Andrea, Mattia ed Elisa che ha raccolto la forte eredità di pionieri di due territori. Quello del Gambellara appunto, vulcanico, capace di dare vini sapidi e longevi a base Garganega, e poi quello dei Colli Berici dove il brand Cicogna è stato tra i primi a far conoscere questo territorio prima in Italia e poi in Europa, la “Toscana berica”, bella, vocata, selvaggia e ancora troppo poco conosciuta, dal potenziale immenso. 

«Una storia che portiamo avanti con orgoglio - rivela questa nuova generazione alla guida della realtà enoica vicentina, per voce di Stefano - Per questo abbiamo deciso di raccontarla in maniera più incisiva attraverso un forte rinnovamento di quella che è l’identità visiva». Questo percorso evolutivo, che ha radici molto profonde, ha portato a un importante progetto di rebranding che coinvolge il logo, i canali di comunicazione e le etichette, con l’intento di dar luce a quelli che sono i valori dell’azienda Cavazza. Valori che si ritrovano nel forte radicamento alla terra di origine, all’essere indipendenti dalla vigna alla bottiglia, alla storia che li ha resi custodi di due territori.

Sono proprio i “cru” della linea Identità i primi prodotti che verranno svelati nei prossimi mesi. Prodotti dai vitigni autoctoni, come la Garganega o il Tai Rosso, questi vini possono definirsi dei moderni classici, in grado di parlare alle generazioni, grazie anche al nuovo packaging d’impatto.

«La nuova identità visiva che abbiamo scelto rispecchia ciò che siamo oggi – prosegue Stefano Cavazza, uno dei quattro titolari dell’azienda – una realtà proiettata al futuro che però non vuole dimenticare ciò che ha fatto chi ci ha preceduto. Il nostro processo di rinnovamento è iniziato da alcuni anni. Abbiamo voluto fare un ulteriore passo per far conoscere sempre di più le nostre unicità, i nostri valori e il nostro impegno per il territorio che portiamo avanti ogni giorno tra i Berici e Gambellara».

Con questo dialogo aperto verso il futuro e attraverso un meticoloso percorso di ricerca, Cavazza si prepara a condividere la sua evoluzione nel segno della dedizione, dell’unicità e della qualità senza compromessi.

Alberto Tonello