<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Amici di Noè

Ucciso da un cacciatore "Bambotto", il cervo che si affacciava alle finestre

Era stato abbandonato dalla madre sullo zerbino di una casa di Pecol (Belluno) diventando presto la mascotte del paese

Indignazione e tristezza nel borgo dolomitico di Pecol, nel comune di San Tomaso Agordino (Belluno), dopo la morte violenta, per mano di un cacciatore, di "Bambotto", un esemplare di cervo di sette anni che era la 'mascotte' del paese e viveva in simbiosi con la gente. Lo raccontano i giornali locali. Il cervo era anche assurto alla notorietà televisiva, grazie alla trasmissione Rai "Linea Bianca".

Il cervo che si affacciava alle finestre

Era noto per affacciarsi alle finestre delle case per nutrirsi e farsi accarezzare. Nella pagina Facebook animalista 'Claretta' ricorda che «L'opinione pubblica condanna il gesto senza se e senza ma. Il cacciatore anonimo locale codardo non ci mette nemmeno la faccia. Ma si dice che nel paese tutti sanno chi è l'autore del spregevole gesto». 

"Bambotto" portato sullo zerbino di casa dalla madre

Bambotto - ricorda un commento di una residente - era nato 7 anni fa a Pecol ed era stato portato dalla mamma sullo zerbino di un'abitazione. Da allora è diventato il cervo di Pecol, e lo si poteva incrociare per strada tra le frazioni limitrofe. Alcuni cacciatori avrebbero dichiarato di averlo ucciso dopo aver ricevuto segnalazioni, negli ultimi tempi, di una sua presunta aggressività. 

Brambilla: «Una vicenda disgustosa»

«È semplicemente disgustoso quello che è successo e succede continuamente nei nostri boschi durante la stagione di caccia». Lo afferma, sulla sua pagina Facebook, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, commentando l'uccisione del cervo "Bambotto", mascotte di Pecol, frazione di san Tomaso Agordino (Belluno). «Un cacciatore senza cuore di 23 anni - prosegue Brambilla - lo ha ammazzato per divertimento, protetto dalla legge che permette l'attività venatoria. Quanto coraggio ci vuole ad uccidere una creatura che ti mangia dalle mani e dorme sullo zerbino di casa? Noi cittadini che amiamo gli animali tutti, siamo profondamente indignati e non possiamo più tollerare fatti come questi. Bambotto, a rigore, non era neanche "selvatico", per gli abitanti di Pecol era un amico. Bella forza, bel coraggio uccidere un animale così», conclude.

Suggerimenti