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Gli avvistamenti

Lupetto a spasso in centro, paura nel Veronese: «Non ci sentiamo sicuri» / IL VIDEO

Lo stesso esemplare è stato avvistato due volte in una sera a Tregnago, in provincia di Verona: a poca distanza dalla casa di riposo e poi in zona industriale
Le riprese. Un frame del lupo avvistato in centro Tregnago
Le riprese. Un frame del lupo avvistato in centro Tregnago
Tregnago, doppio avvistamento lupo

Lupo, doppio avvistamento in provincia di Verona: il primo in centro, a due passi dalla casa di riposo Sisto Zerbato di Tregnago, e 40 minuti più tardi un chilometro più a Sud, a ridosso della zona industriale e della strada provinciale 10.

È successo lunedì sera (28 agosto), alle 22.15 nel primo caso e attorno alle 23 nel secondo ed entrambi gli avvistamenti sono stati documentati dai video degli automobilisti che si sono imbattuti nell’animale selvatico.

L’esemplare avvistato a così poca distanza è lo stesso, si tratta di un animale di taglia media che potrebbe essere un cucciolo e che potrebbe essere la spiegazione all’insistente abbaiare dei cani che nelle ultime notti ha funestato il sonno di molti tregnaghesi.

I testimoni

«Stavo procedendo verso Nord assieme a mia figlia quando all’altezza del parcheggio della Casa di riposo un animale che proveniva dalla zona del ristorante Michelin mi ha attraversato la strada: fortunatamente», racconta il primo automobilista, «andavo piano e ho evitato l’impatto. Mi sono fermato, ho ingranato la retromarcia e ho chiesto a mia figlia di accendere la telecamera del cellulare: il lupo si vedeva benissimo, è rimasto fermo per un po’ (35 secondi la durata del video che abbiamo pubblicato sul nostro sito, ndr) prima di sparire lungo la strada che scende verso il Progno».

Tre quarti d’ora più tardi, un chilometro più in basso, all’altezza di località Lodoletta, il secondo avvistamento: «Ero in macchina e l’ho visto sulla strada. Mi sono avvicinato, sarà stato a 10 metri, era tranquillo e trenta secondi dopo è sparito verso il vigneto».

Non vogliono comparire, «perché c’è chi questi animali li vuole salvaguardare ma non si riesce a capire che se ti arrivano davanti alla porta di casa, a due passi dalla casa di riposo, in centro o vicino a un supermercato all’ingresso del paese sono un pericolo», dicono.
La loro preoccupazione si somma a quella degli allevatori della zona, «possiamo anche lasciare i cani liberi e sperare che facciano da deterrente, ma gli animali sono il nostro lavoro».

Valdegamberi

Non ci hanno pensato un istante a passare le informazioni al consigliere regionale Stefano Valdegamberi, molto attivo sulla questione. «Il lupo ha diritto di vivere ma va controllato perché rappresenta un pericolo. Un cane randagio si fa catturare», tuona Valdegamberi, «perché invece quando l’animale è il lupo si sta a guardare? Questi animali sono troppi e sono stati buttati un sacco di soldi: l’unica cosa da fare è ristabilire un equilibrio. Le misure di protezione sono solo palliativi, non si considerano le responsabilità a cui andrebbero incontro tutti quelli che per difendersi adottassero un pastore maremmano. Bisogna intervenire, i tempi sono maturi perché succeda qualche disgrazia».

Il sindaco

La pensa così, e non da oggi, anche il sindaco Simone Santellani: «A marzo avevo scritto in Regione chiedendo quali azioni fosse possibile mettere in campo a tutela del diritto alla sicurezza e al lavoro agricolo cercando il compromesso con la tutela della fauna selvatica locale. Avevo segnalato l’aumento degli incidenti stradali, anche non banali, causati dai cinghiali, i danni che cagionano alle colture e avevo segnalato come già allora ci fossero già stati avvistamenti di lupi in prossimità dei centri abitati». «Risposte? Nessuna», dice Santellani, «ed oggi sono assolutamente preoccupato. Il nostro territorio è frequentatissimo per le passeggiate, spesso assieme ai cani che potrebbero essere prede». 

«Fauna selvatica significa patologie», considera il sindaco, «e non posso ignorare anche il rischio igienico-sanitario».
«Ribadirò il mio appello agli enti competenti», conclude Simone Santellani, «ma l’assenza di risposte che abbiamo registrato finora, per le aree dove questa presenza è nota da molto tempo, mi fa essere poco fiducioso».

Paola Dalli Cani

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