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Amici di Noè

L'Orsa JJ4 attende il verdetto del 13 luglio. Dalla Romania arriva l'autorizzazione al trasferimento

La famiglia Papi: ««Vogliamo giustizia e che il fenomeno venga arginato. Sull'orsa siamo rimasti neutrali». Il Veneto alla conferenza europea sui carnivori

Orsi JJ4 e MJ5 in attesa del verdetto la prossima settimana. La decisione collegiale alla camera di Consiglio di Stato è prevista per il prossimo 13 luglio. Su di loro pende una condanno a morte, congelata dalle ultime disposizioni. L’abbattimento era stato sospeso inizialmente fino al 27 giugno, poi fino al 13 luglio dopo che il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso dell’associazione LNDC Animal Protection.

Orsi JJ4 e MJ5 in attesa del verdetto il 13 luglio

La Lav e tutti gli animalisti che sono scesi in piazza per chiedere alle autorità di risparmiare JJ4 e MJ5 si augurano vivamente che il Consiglio di Stato confermi la sospensione dell’uccisione dei plantigradi e consenta il trasferimento di JJ4 nel santuario Libearty Bear Sanctuary, a Zărnești, oasi in cui vivono tanti altri orsi bruni. L'Accademia Romena Commissione per la protezione dei monumenti naturali (CMN), autorità scientifica della Commissione CITES rumena, ha infatti rilasciato di recente l’autorizzazione.

La famiglia di Papi: «Vogliamo giustizia e che il fenomeno venga arginato»

Anche la famiglia di Andrea Papi,  il 26enne ucciso lo scorso 5 aprile dall'orsa Jj4 nei boschi in Trentino, è tornata a parlare, attraverso una lettera, in attesa della decisione della camera Consiglio di Stato.  «Sono passati tre mesi esatti dalla tragedia e, purtroppo, dobbiamo constatare che non è cambiato nulla. Anzi, si continua a parlare sempre e soltanto dell'orsa - delle sue condizioni di salute, di quello che le accadrà, qualcuno ha addirittura detto che è stressata - dimenticando che noi abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un dramma immenso e che non riusciamo a darci pace. È una vergogna quello che sta accadendo».

«Andrea è stato il martire di un progetto politico ora fuori controllo»

«Andrea è stato il martire di un progetto politico che ora risulta fuori controllo. Basta aggressioni e basta vittime: vogliamo vivere tranquilli a casa nostra -  scrivono i famigliari - Andrea - non è scivolato e caduto su un sentiero in mezzo al bosco. È stata una tragedia attesa e annunciata perché, nei mesi precedenti, si erano verificate numerose altre aggressioni. Sull'orsa siamo sempre rimasti neutrali e siamo stati attaccati su tutti i fronti. Noi amiamo gli animali e non ci siamo mai dichiarati a favore dell'uccisione dell'orsa che, tra l'altro, si trova a Casteller e, di conseguenza, risulta al momento innocua. Il problema semmai sono gli altri, quelli che girano per i boschi, ma l'orsa è solo la punta di un iceberg alla cui base ci sono persone e istituzioni che hanno permesso tutto questo. Vogliamo giustizia e pretendiamo che il fenomeno venga arginato».

Il Veneto alla conferenza europea sui carnivori

Nei giorni scorsi di orsi e predatori se ne è occupata anche l'Europa con una conferenza si carnivori, organizzata dalle commissioni Risorse Naturali e Ambiente del Comitato europeo delle Regioni, insieme all'intergruppo su "Biodiversity, hunting and countryside" del Parlamento europeo. Presente la Regione Veneto.

Ciambetti: «Aumento dei predatori, a rischio attività economiche e sociali»

Presente il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti che è intervenuto dicendo: «L'aumento delle popolazioni di grandi predatori come orsi e lupi negli ultimi anni sta mettendo a rischio attività economiche e sociali, in particolare nelle zone marginali e montane nelle quali lo spopolamento e l'abbandono del territorio da parte dell'uomo costituisce un forte pericolo». «Serve equilibrio e coerenza, senza estremismi di sorta» - ha sottolineato Ciambetti - indicando «la necessità di piani di controllo, prevenzione e contenimento che permettano un rapporto ideale tra grandi carnivori e habitat naturale, senza mettere a repentaglio le attività economiche e gli insediamenti umani e pregiudicare forme di zootecnia, allevamento e agricoltura, produzione casearia e turismo che hanno consentito fino ad oggi il presidio e la tutela del territorio in aree e ambiti delicati quali lo spazio alpino».

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