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Italia

Ucciso dall'orso il runner trentino. Era vivo quando è stato aggredito

Lo confermano i rilievi dell'autopsia sul corpo del giovane aggredito in un bosco in Val di Sole. Ora va individuato il plantigrado che lo ha ucciso.
La vittima, Andrea Papi di 26 anni, era viva al momento dell’aggressione da parte di un orso
La vittima, Andrea Papi di 26 anni, era viva al momento dell’aggressione da parte di un orso
La vittima, Andrea Papi di 26 anni, era viva al momento dell’aggressione da parte di un orso
La vittima, Andrea Papi di 26 anni, era viva al momento dell’aggressione da parte di un orso

VENERDÌ 7 APRILE

ORE 18.15

Il runner trentino era vivo quando è stato ucciso dall'orso

La vittima, Andrea Papi di 26 anni, era viva al momento dell’aggressione da parte di un orso. Lo confermano i primi rilievi dell'autopsia. Lo apprende l’Ansa da fonti investigative.  I rilievi sul corpo del giovane runner, eseguiti dai consulenti indicati dalla procura di Trento, sono terminati. È già stato dato il nulla osta alla sepoltura.

Rimane da individuare l’esemplare responsabile dell’aggressione, per cui sono stati disposti gli esami sui campioni di Dna prelevato, che verranno eseguiti presso i laboratori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.

Coldiretti: «Anche gli allevatori hanno paura»

«Chi vive nelle montagne le cura e le mantiene ha sempre più paura e serve subito un piano di controllo affinchè fatti gravi come questo non capitino mai più». È quanto afferma, in una nota, Gianluca Barbacovi presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige nell’esprimere cordoglio per la vittima, a commento dei risultati dei primi rilievi eseguiti presso la sala autoptica che confermerebbero l’aggressione da parte di un orso. 

«Il caso del runner «rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio - denuncia Coldiretti - è ormai al limite considerato che in Trentino in circolazione ci sono anche 26 branchi di lupi o ibridi (erano 17 nel 2020) con intrusioni nelle aziende e allevamenti. Sul territorio trentino il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. Serve dunque responsabilità nella difesa della popolazione che - conclude
Coldiretti - con coraggio continua a presidiare il territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado e l’abbandono».

ORE 10.30

Il Wwf: il primo attacco mortale di un'orso in Italia

Il Wwf Italia, esprimendo la sua vicinanza alla famiglia della vittima il runner deceduto, Andrea Papi, sottolinea come «davanti a questo tragico episodio occorra valutare numerosi aspetti, in primis accertare se la causa del
decesso sia da attribuire all’attacco di un orso o se le lesioni rinvenute sul corpo siano successive al decesso del ragazzo. Per questo è necessario attendere gli esami autoptici di cui probabilmente tra oggi e domani verranno resi pubblici i risultati.
In Trentino la popolazione di orso conta oggi circa 100 esemplari. In un’area turistica e dall’antropizzazione diffusa, in questi ultimi 20 anni gli episodi di interazione aggressiva di orsi a persone sono stati 7, nessuno dei quali ha portato a conseguenze letali per le persone. Questo tragico episodio rappresenterebbe, nel caso le cause del decesso ipotizzate fossero confermate dagli esami autoptici, il primo caso di attacco mortale di un orso in Italia».

In questo caso il Wwf Italia, «tenuto conto della gravità dell’episodio, della dinamica e ovviamente solo dopo una sicura identificazione genetica dell’individuo ritiene che vada applicato il protocollo previsto che contempla anche la rimozione dell’individuo. Saremmo in questo caso infatti davanti ad un episodio ben diverso da quelli che hanno portato in passato (ultimo caso con l’ orso MJ5 a marzo scorso) a ordinanze di cattura e abbattimento, a nostro parere spesso immotivate e non proporzionate, da parte della Provincia Autonoma di Trento. La conservazione della popolazione alpina di orso passa infatti anche da una corretta gestione di episodi di questo tipo».

«Se l'animale ha aggredito mortalmente una persona va rimosso»

Continua il Wwf: «Se un individuo mostra conclamati comportamenti pericolosi per l’incolumità umana, arrivando ad aggredire mortalmente una persona, la rimozione di questo individuo diminuisce i rischi di nuovi episodi simili e migliora l’accettazione sociale della popolazione verso la specie. Il ricorso alla rimozione deve, ed è sempre bene ribadirlo, essere in ogni caso l’ultima soluzione, quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre possibili soluzioni».

ORE 9

La madre di Andrea: «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno»

A Caldes, la madre di Andrea Papi, il runner trovato morto ieri in Val di Sole, riesce a pronunciare poche parole. «Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno». Parole piene di dolore e rabbia quelle di Franca Ghirardini, per la morte di un figlio. «Lo stavamo aspettando per cena con Alessia, ma non è tornato. Era un ragazzo d’oro». Con Alessia Gregori, da cinque anni la sua fidanzata, Andrea sarebbe andato a viverci insieme il prossimo autunno.

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GIOVEDÌ 6 APRILE

Runner 26enne trovato morto, aggredito da un animale selvatico

È Andrea Papi, di 26 anni, la vittima dell’aggressione da parte di un animale selvatico, probabilmente un orso, avvenuta ieri in un bosco in Val di Sole. Il giovane era uscito nel pomeriggio dalla sua casa che si trova ai margini della piccola località Caldes per la sua abituale sessione di allenamento di corsa. L’uomo è salito lungo la strada forestale che si snoda sul monte Peller, che sovrasta l’abitato. Cosa sia poi avvenuto dovrà essere stabilito dal medico legale e dalla scientifica, che stanno terminando i lavori sul luogo di ritrovamento della salma che presenta diverse ferite riconducibili all’aggressione di un grosso animale selvatico.

Le ricerche del runner

Il mancato rientro a casa ha messo in allarme la compagna, che ha segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine. Le ricerche sono iniziate nella serata di ieri da parte dei carabinieri della compagnia di Cles, con le unità cinofile, e i vigili del fuoco volontari della zona. Nella notte la scoperta del corpo grazie ai cani molecolari. Attualmente sono in corso i rilievi della scientifica, mentre il personale del Corpo forestale del Trentino è sul posto in attesa di indicazioni da parte degli investigatori. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, sta incontrando i sindaci della val di Sole e gli esponenti della Comunità di valle.

La precedente aggressione

Un mese fa un orso aveva aggredito un escursionista nei pressi di malga Mandriole, in val di Rabbi, che si trova a pochi chilometri di distanza da Cades, dove la scorsa notte è stato trovato morto il runner 26enne. La val di Rabbi è una laterale della val di Sole. Scientifica e medico legale devono ancora stabilire il tipo di animale che ha ucciso il giovane. Il 5 marzo, Alessandro Cicolini di 39 anni, era in montagna con il cane, quando l’orso quando è stato attaccato improvvisamente da un orso che l’ha ferito al braccio e alla testa. L’escursionista era comunque riuscito mettersi in salvo e a chiedere aiuto. Il plantigrado, denominato MJ5, un maschio di 18 anni, è stato poi identificato grazie alle tracce organiche e il 10 marzo il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha ordinato la sua cattura e l’abbattimento che però, per il momento, non è ancora avvenuto. Le associazioni animaliste hanno protestato contro il provvedimento.

La rabbia dei residenti 

Gli abitanti di Caldes in val di Sole, dove è stato trovato morto un ragazzo di 26 anni, danno per scontata l’aggressione da parte di un orso. Da tempo si parla di avvistamenti in zona. Solo un mese fa l’aggressione in valle di Rabbi di un escursionista da parte dell’esemplare Mj5. «Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell’ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell’abitato di Caldes lo scorso 19 marzo», raccontano in paese ai cronisti. «Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona», questo il commento amaro.
 

La protesta

«In questo momento sono in corso accertamenti a Caldes, dove il cadavere di un uomo - sembrerebbe un giovane ragazzo scomparso ieri pomeriggio dopo essere uscito per una corsa - è stato rinvenuto presso la località conosciuta come "sesta curva", dove pare sia stato aggredito da un animale selvatico (probabilmente un grande carnivoro). Secondo i primi rilievi, sembrerebbe che il giovane sia stato aggredito sulla strada, trascinato nel bosco e, una volta lì, sventrato». Così Claudio Cia, capogruppo di Fdi in Consiglio nella Provincia autonoma di Trento. «Fatto questo che, se verificato, rappresenterebbe un dettaglio agghiacciante. Dispiace, in queste occasioni, ribadire come il sottoscritto sia stato facile premonitore di un avvenimento condizionato dall’impossibilità - dovuta al bisticcio di competenze tra Stato e Provincia autonoma di Trento - di gestire il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna come il nostro» , conclude Cia.

 

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