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L'allarme

Scoperti casi di aviaria nei mammiferi: infettati anche cani e gatti

ll virus mutato sarebbe in grado di adattarsi e contagiare nuovi animali. Quattro mesi fa una volpe è stata trovata positiva
Il virus dell'aviaria sta contagiando nuove specie animali
Il virus dell'aviaria sta contagiando nuove specie animali
Il virus dell'aviaria sta contagiando nuove specie animali
Il virus dell'aviaria sta contagiando nuove specie animali

L’influenza aviaria è in grado di colpire i mammiferi. Dopo che nel febbraio scorso erano stati scoperti casi di visoni contagiati in Spagna, in questi giorni come comunicato dal Ministero della Salute è stata accertata la «sieroconversione» in cinque cani e un gatto in un allevamento avicolo rurale nel Bresciano. In sostanza, questi animali sono stati infettati dal virus H5N1. Contagio che, peraltro, aveva già riguardato due volpi, una delle quali è risultata positiva a Montorio circa quattro mesi fa. Ma di questo fatto si è avuta notizia solo ora.

 

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Il virus è mutato

Secondo quanto spiegano le direzioni Prevenzione e sanità animale del Ministero, i cani e il gatto bresciano sono stati contagiati dallo stesso virus che è in questi giorni tornato a colpire i gabbiani, sia in provincia di Ravenna che nel Veneziano. Virus che, però, presenta una mutazione che indica un adattamento ai mammiferi, con «possibile aumento del suo potenziale zoonotico»: significa che si può trasmettere più facilmente all’uomo.

Che l’influenza aviaria possa colpire gli umani è cosa nota da tempo. Già a partire dagli anni Ottanta sono stati documentati casi di contagio, ad esempio in Estremo Oriente e nel Nord Europa. Fino ad ora, però, non si è mai verificato il suo passaggio fra mammiferi: per evitare che si avverino situazioni di questo tipo già lo scorso marzo, in seguito all’ennesima epidemia di aviaria fra i pennuti, il Governo aveva avviato una campagna di monitoraggio e prevenzione.

 

Controlli e prevenzione

Ancora oggi vengono controllati, con tamponi, gli allevatori e coloro che frequentano le strutture avicole. È stata poi aumentata la sorveglianza volta a scoprire eventuali carcasse sul territorio e quella relativa alla presenza di uccelli selvatici.

Inoltre vengono effettuati controlli anche nei carnivori, in aggiunta al mantenimento delle costanti analisi negli allevamenti. Infine, pur non avendo elevato il livello di rischio, il Ministero raccomanda a tutti di evitare contatti con gli animali morti.

Luca Fiorin

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