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Amici di Noè

Nasce il rifugio per animali feriti al Parco della Pace di Vicenza

Potrebbe sorgere già dall'inizio del prossimo anno il centro di recupero per la fauna selvatica gestito dai volontari di Alveare
Il progetto: i volontari di Alveare con un modellino che sorgerà al centro al Parco della Pace di Vicenza
Il progetto: i volontari di Alveare con un modellino che sorgerà al centro al Parco della Pace di Vicenza
Il progetto: i volontari di Alveare con un modellino che sorgerà al centro al Parco della Pace di Vicenza
Il progetto: i volontari di Alveare con un modellino che sorgerà al centro al Parco della Pace di Vicenza

Le lepri inseguono le cornacchie. Gli uccelli resistono al vento e, anzi, planano sospinti dalle raffiche. L'acqua di un blu intenso scorre veloce nei canali. Non è una riserva naturale, ma il Parco della Pace. E proprio in uno dei più affascinanti polmoni verdi cittadini di Vicenza che è in gran parte ancora tutto da disegnare potrebbe sorgere già dall'inizio del prossimo anno il Centro di recupero per la fauna selvatica gestito dai volontari di Alveare, il gruppo animalista e ambientalista che da una decina d'anni si occupa del recupero degli animali non domestici su tutto il territorio della provincia e che è atteso da quasi 15 anni da tutti gli animalisti vicentini.

Un rifugio per animali feriti al Parco della Pace di Vicenza

In questi mesi, sono già state tre, tra incontri e sopralluoghi, le occasioni di confronto tra il gruppo presieduto da Matilde Spizzichino e l'amministrazione comunale con gli assessori Leone Zilio e Sara Baldinato e con il consigliere delegato agli animali d'affezione, Luca Poncato.

L'area scelta è quanto più distante possibile dalla zona eventi, perché le due finalità del parco non vadano in conflitto. «Come Alveare dal 2007 recuperiamo animali selvatici in difficoltà - spiegano i volontari - Nel 2013 abbiamo sottoscritto un accordo con la Provincia e dal 2014 è nata una convenzione».

I volontari dell'associazione vicentina Alveare

I volontari proseguono: «Abbiamo cercato di avere un centro di recupero già tra il 2010 e il 2011. C'erano stati incontri con la giunta Schnek e si era fatta largo l'ipotesi di averlo dentro il parco delle risorgive del Bacchiglione a Dueville. Poi sono sorte problematiche con gli assessori ed è andata diversamente. Quando, nel 2010, c'erano stati i primi passi per il Parco della Pace con il coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni, siamo entrati nel discorso e, grazie al lavoro dell'architetto Carlo Pizzati, che poi è rimasto nel cassetto anche a causa delle diverse vicissitudini del parco. Nel 2012, con una delibera di giunta, l'amministrazione si era impegnata nei nostri confronti promettendo di dare un posto ad Alveare. Abbiamo ricordato quell'impegno all'attuale giunta ed è quindi ripartito un dialogo positivo».

Il progetto: box per animali selvatici, "ospedale" e infermeria

Ieri, nell'area prescelta del parco, con gli altri volontari l'architetto Pizzati aveva anche portato il modello di quello che aveva disegnato come un progetto «a bassissimo impatto ambientale». Il disegno già pronto, che dovrà essere adattato alle nuove esigenze ed alle nuove prescrizioni dell'Amministrazione (potrebbe essere abbandonata l'idea dell'aula didattica in un'area che ne ha già), sarebbe composto da un corridoio centrale coperto e utilizzabile anche dai mezzi a motore (nel progetto sono 50 metri per 14 di larghezza), da cui si diramano i box che ospiteranno gli animali in convalescenza, alcuni coperti ed altri no a seconda delle esigenze. Quindi, collegata con una passerella che sfiora l'acqua, una struttura coperta e chiusa con un piccolo "ospedale" e l'infermeria. Il tutto, energeticamente autosufficiente.

Dialoghi in corso per reperire i finanziamenti ma i volontari sono pronti a partire già tra gennaio e aprile 2024 con moduli abitativi prefabbricati individuati nel Parmense per avere intanto un punto di partenza.

Karl Zilliken

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