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Lotta al Covid

Il Veneto anticipa la zona gialla: mascherina all’aperto. Tutte le nuove regole

Foto Marchiori
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Sono giorni cruciali. Siamo entrati nel pieno della pandemia, con i contagi che volano, ma anche nel periodo natalizio fatto di shopping e incontri. Il mix perfetto per aiutare ancora di più il virus a diffondersi. Così il presidente della Regione, Luca Zaia, venerdì ha firmato, unico in Italia, una ordinanza per anticipare di due giorni gli effetti del passaggio del Veneto in giallo. Così da sabato 18 dicembre obbligatorio portare la mascherina anche all’aperto. Non solo. Nel provvedimento c’è un comma intitolato “raccomandazioni“, insomma dei consigli ai veneti per aiutare a fermare il dilagare del Covid-19 ed evitare il peggio, visto che questo deve ancora arrivare (vedi articolo a lato). Le raccomandazioni altro non sono che le indicazioni pratiche emesse dall’Ecdc, Centro europeo prevenzione e controllo delle malattie, che possono bloccare quella che sembra la tempesta perfetta: la variante Omicron che inizia a diffondersi e le difese immunitarie dei veneti che in questo periodo, cioè a distanza di 5 mesi dalla seconda dose, sono meno efficaci, come è naturale che sia.

 

Ecco, allora, i punti essenziali del provvedimento in vigore fino al 16 gennaio.

 

 

Mascherina. Da oggi è obbligatoria anche all’esterno. La devono portare tutti, tranne i minori di 6 anni e chi ne è esonerato per legge. In pratica è il contenuto dell’ordinanza firmata ieri dal Ministro alla salute, Roberto Speranza, a seguito del cambio di colore del Veneto da bianco a giallo che entrerà in vigore lunedì. Con l’ordinanza Zaia anticipa perché sia operativa anche in questo fine settimana pre natalizio

Vaccini. Attenzione, non è un obbligo. Ma il Veneto per la prima volta esplicita nel provvedimento, al capitolo delle “Raccomandazioni“, l’adesione alla campagna vaccinale per chi non è ancora protetto, per chi ha fatto solo la prima dose e anche per chi, completato il ciclo vaccinale con la seconda dose, ora potrebbe fare la booster. L’indicazione scritta e chiara e il presidente, ieri dall’unità di crisi di Marghera, l’ha spiegata: «Appena è possibile correte a fare la terza dose per alzare le difese contro la Omicron». Un passaggio politicamente non da poco, ma che è, appunto, lontano dall’obbligo vaccinale perché Zaia è da sempre contrario.

Buone pratiche. Le raccomandazioni nell’ordinanza poi continuano. In caso di mal di gola, tosse o altro sintomo collegabile al Covid, mettersi in auto isolamento in casa e verificare che non sia il Sars-Cov2. E ancora. «Sottoporsi a un test, anche il tampone fai da te, prima di incontrare amici e famigliari soprattutto se in luoghi chiusi o in presenza di persone fragili o anziani», si legge. Per dimostrare la rapidità della cosa ieri Zaia - che aveva accanto l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, e il direttore della Prevenzione, Francesca Russo - ha eseguito in diretta social il test (negativo): «Costano poco e possono essere determinanti per bloccare il virus», ha assicurato.

Feste e smart working. La novità di questa ordinanza è il lungo elenco di raccomandazioni. Si va dall’indicazione di «limitare feste, manifestazioni eventi pubblici e privati che comportano assembramenti» alla «promozione dello smart working al lavoro dove possibile». E ancora. Zaia sostiene esplicitamente quei sindaci che hanno firmato ordinanze anti assembramenti. Si ricorda, infine, l’importanza del rispetto delle misure di prevenzione come igiene delle mani, distanza interpersonale e aerazione frequente degli ambienti.

Natale coi nonni. C’è poi un comma dell’ordinanza che è destinato a far discutere perché tocca da vicino tante famiglie. Si legge: «Sono sospesi i rientri in famiglia degli ospiti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali residenziali. Nel caso di situazioni specifiche valutate dalla Direzione della struttura, le uscite devono essere limitate ai soggetti asintomatici e con il vaccino in regola prevedendo, al rientro in struttura, una quarantena di 7 giorni con un test al rientro e uno dopo l’ultimo giorno». Tradotto vuol dire niente pranzo di Natale in famiglia per ospiti delle case di riposo. E se lo faranno, al ritorno, dovranno restare 7 giorni in quarantena. L’assessore Lanzarin capisce la portata di una simile indicazione che è stata condivisa con i gestori delle strutture, fortemente preoccupati delle conseguenze di un contagio. Di qui la presa di posizione.

Negli ospedali. Con la nuova ordinanza il Veneto poi aumenta gli screening sugli operatori sanitari degli ospedali e delle strutture pubbliche e private: test rapidi ogni 4 giorni. Verranno sottoposti a tampone anche i degenti al momento dell’accesso. Novità poi per gli accompagnatori di pazienti nelle strutture sanitarie: è concessa una solo persona. E ancora. Sono sospese le visite per gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e non autosufficienti da parte di minori di 12 anni. Infine una precisazione: gli studenti in dad in attesa dell’esito del test restano in isolamento fiduciario per tutto giorno, non solo al mattino.

Cristina Giacomuzzo

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