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Italia

Prof rifiuta il compito in classe di uno studente trans: «Non sei un uomo ma una donna»

Polemica in un liceo di Roma, che permette di avere un "nome di elezione" sul registro e dove un professore è stato accusato di transfobia.

Si ritrova davanti al compito di un suo studente trans, e non ritendendolo “congruo” al genere del ragazzo, riportato sulla carta d’identità, il professore avrebbe sbarrato il nome con cui l'alunno aveva firmato il suo elaborato in classe, continuando a ripetere il suo nome anagrafico femminile.

Al centro della polemica un docente di un liceo di Roma che si è rifiutato di riconoscere l’identità di genere dichiarata da una studentessa dopo l’approvazione nell’istituto della cosiddetta «carriera alias» per studenti transgender.

Il racconto dello studente

«Quando il professore è tornato con la prima verifica di arte ho trovato il mio nome d’elezione
barrato e ci aveva riscritto il mio nome alla nascita». Così racconta all’Ansa un ragazzo di 17 anni che ha da poco ottenuto di fare la carriera alias al liceo scientifico Cavour di Roma e
che ha denunciato di essere stato vittima di un episodio da parte di un suo professore.

Nato geneticamente femmina, da quando ha 15 anni si sente un ragazzo, lo ha detto ai genitori
con molte difficoltà, ha intrapreso un percorso presso i servizi pubblici che si occupano di disforia ed attende di iniziare una cura ormonale per attivare la transizione di genere.

Liceo Cavour primo a riconoscere alias nei documenti scolastici

Il liceo scientifico Cavour permette però, primo liceo in Italia, agli studenti di intraprendere la carriera alias ovvero di avere il nome di elezione, da maschio in questo caso, sia sul registro che sui documenti scolastici. Cosa che Marco ha fatto. «Quando sono andata a protestare il professore mi ha urlato contro che quello che vedeva lui era una donna, ho preso il telefono per mostrargli il regolamento di scuola sulla carriera alias e lui ha detto che non gli interessava».

«Il prof mi ha umiliato chiamandomi col nome di nascita femminile»

«Mi ha umiliato perchè mi ha chiamato più volte con il mio nome di nascita di fronte a tutti. A quel punto sono scappato di classe, la mia prof di sostegno mi ha chiesto dove andassi e le
ho detto che andavo in presidenza, avevo paura che mi prendesse un attacco di panico». In presidenza la scena si è ripetuta con un alterco tra vice preside e professore. «La vicepreside mi ha dato ragione e ha detto che se si fosse ripetuto avrebbe preso provvedimenti, ma per me una volta basta e avanza!».

Interviene il Ministero dell'Istruzione

Il ministero dell’Istruzione fa sapere che sosterrà «tutte le opportune verifiche che riterranno
di mettere in campo il dirigente scolastico e l’Ufficio Scolastico Regionale, per appurare se si sia in presenza di un caso di discriminazione». «La scuola - sottolinea il ministro Giuseppe Valditara - è il luogo per eccellenza deputato allo sviluppo e alla realizzazione della persona umana e non può ovviamente ammettere al proprio interno alcuna forma di discriminazione».

L'assemblea degli studenti a Roma

Sabato 12 novembre, al liceo Cavour di Roma, si terrà un’assemblea straordinaria degli studenti «per sensibilizzare sul tema e far sì che non riaccadano più episodi
del genere».

Pro Vita & Famiglia, solidarietà al docente

«Massima solidarietà al docente del liceo Cavour di Roma che si è giustamente rifiutato di
sottostare alla cosiddetta "carriera alias", un regolamento ideologico e dannoso per i giovani ma soprattutto totalmente illegale, privo di qualsiasi base giuridica e contrario a numerose norme civili, amministrative e penali». Lo afferma in una nota Jacopo Coghe, portavoce della Onlus Pro Vita & Famiglia.

«La scuola - aggiunge - non ha alcun potere di alterare i dati anagrafici dei minori nei documenti e negli atti interni sulla base di autodichiarazioni o di percorsi terapeutici che non hanno portato a diagnosi definitive e alla sentenza di riattribuzione del sesso come previsto dalla legge italiana in materia. La comunità scolastica non può essere obbligata ad adeguarsi acriticamente alla percezione soggettiva di uno studente sulla propria identità, specialmente in un frangente culturale in cui i giovani sono bombardati dalla vera e propria moda dell’identità fluida».

Gay Center: «Grave caso di  discriminazione e violenza»

«Immediate verifiche ed eventuali provvedimenti disciplinari». È quanto ha chiesto Gay Center al ministro dell’Istruzione sull’episodio avvenuto al liceo Cavour di Roma. In questi anni la Gay Help Line ha seguito «gravi casi di discriminazione e violenza avvenuti nel liceo del centro di
Roma: lo stesso istituto dove studiava Andrea »il ragazzo dai pantaloni rosa «che si tolse la vita a 15 anni a causa del bullismo omofobico dei compagni e di un insegnante».

«Non possiamo permettere nè accettare che episodi di questa gravità - aggiunge l’associazione - continuino ad accadere nell’indifferenza, soprattutto in luoghi che dovrebbero essere protetti come la scuola. La discriminazione uccide e non ha a che fare con le opinioni o le scelte».

Luisa Dissegna

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