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Le misure

Nuovo Dpcm in vigore, Veneto in area gialla: coprifuoco e torna l'autocertificazione

Ecco i 21 criteri adottati dal governo per "dividere" l'Italia in 3 zone

Entra in vigore oggi il nuovo Dpcm (scarica il documento completo) con misure restrittive progressive per le tre aree in cui è stata divisa l'Italia: gialla, arancione e rossa. Dell'area gialla fanno parte Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Sardegna, Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Veneto, province di Trento e di Bolzano. Puglia e Sicilia rientrano nell’area arancione. Le regioni dell’area rossa, ad alta criticità, sono Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

 

REGIONI GIALLE - È vietato circolare tra le 22 e le 5 del mattino. Negozi chiusi nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, alimentari, tabacchi ed edicole. Chiusi mostre e musei. È prevista la didattica a distanza per le scuole superiori di secondo grado, le lezioni in presenza rimangono per scuole dell’infanzia, elementari e medie. Didattica a distanza anche all’università, salvo che per le matricole e per le attività di laboratorio. Sospese prove scritte per concorsi e prove di abilitazione professionale, con alcune eccezioni. Per i mezzi di trasporto pubblico: riempimento fino al 50% fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico. Stop alle attività di scommesse, giochi e videogiochi. Chiuse piscine, palestre, teatri e cinema, rimangono aperti i centri sportivi. Nell'area gialla, c'è la raccomandazione di non andare in altre abitazioni.

 

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REGIONI ARANCIONI - Rispetto all'area gialla, è vietato anche spostarsi in entrata e in uscita da una regione all’altra e da un comune all’altro, salvo motivi di lavoro, studio, salute, necessità e per usufruire di servizi e attività non disponibili nel comune di residenza. In queste regioni chiudono bar e ristoranti 7 giorni su 7 ma possono operare per l’asporto fino alle 22. Non ci sono restrizioni per la consegna a domicilio.

 

REGIONI ROSSE - È vietato ogni spostamento anche all’interno del proprio comune in qualsiasi orario salvo motivi di lavoro, studio, salute, necessità. Chiudono i negozi, fatta eccezione per gli alimentari, le farmacie, le parafarmacie, parrucchieri, barbieri e lavanderie. Negli uffici pubblici, lavoro in presenza solo per attività indifferibili. Altrimenti, si va in smart working. La didattica a distanza si estende alla seconda e alla terza media. I corsi universitari si svolgeranno a distanza, ad eccezione di quelli di medicina con relativi tirocini. Sono sospese prove scritte per concorsi e prove di abilitazione professionale, con alcune eccezioni. Sono sospese tutte le competizioni sportive, tranne quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e dal Cip. È sospesa ogni attività nei centri sportivi, resta consentita l'attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva individuale. Anche qui per i mezzi di trasporto pubblico, riempimento fino al 50% fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico. Stop alle attività di scommesse, giochi e videogiochi.

 

AUTOCERTIFICAZIONE (SCARICA QUI) - Nei mesi del lockdown, la scorsa primavera, era diventato un compagno inseparabile. Piegato in quattro in tasca, arrotolato nello zaino o nella borsetta, per chi doveva spostarsi era un documento indispensabile quanto la carta d’identità o la patente. Con la suddivisione in zone rosse, arancioni e gialle, torna tra le mani degli italiani l’autocertificazione per gli spostamenti. Sempre obbligatoria nelle cosiddette zone rosse, ovvero Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria, servirà anche nel resto d’Italia tra le 22 e le 5, quando scatta il coprifuoco nazionale. Il modulo è lo stesso che era stato predisposto dopo il Dpcm del 24 ottobre e utilizzabile nelle zone in cui è già in vigore il coprifuoco sulla base di specifiche ordinanze locali. Un modello standard dove i cittadini dovranno indicare i motivi dello spostamento e sul quale verranno fatti accertamenti a campione. Perché sia valido, infatti, è necessario che lo spostamento avvenga per comprovate esigenze di lavoro, motivi di salute o assoluta urgenza.

 

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