<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Veneto

Morte di Chris. Il giudice: «Impossibile che l'investitore non si sia accorto di aver travolto una persona»

Il trentanovenne accusato di aver travolto e ucciso il 13enne veronese a San Vito di Negrar, lunedì comparirà davanti al Gip
Il luogo dove è stato investito il tredicenne di San Vito di Negrar
Il luogo dove è stato investito il tredicenne di San Vito di Negrar
Il luogo dove è stato investito il tredicenne di San Vito di Negrar
Il luogo dove è stato investito il tredicenne di San Vito di Negrar

Dovrà comparire lunedì davanti al giudice per le indagini preliminari Carola Musio Davide Begalli, il trentanovenne di Negrar, artigiano, accusato di aver travolto e ucciso Chris Obeng Abom, promessa del calcio di 13 anni, lunedì sera mentre camminava sulla provinciale per Negrar. Un «pirata della strada», perché secondo le ricostruzioni degli inquirenti, dopo aver investito il ragazzino, Begalli sarebbe fuggito via, senza prestare alcun soccorso al tredicenne. 

Lunedì potrà fornire la propria visione dei fatti. Una versione che il trentanovenne, difeso dall’avvocato Massimo Dal Ben, ha in parte già anticipato.  In una lettera indirizzata ai familiari di Chris, Begalli ha spiegato di non essersi accorto di aver investito un pedone. «La mia vita è finita nell’istante in cui è finita quella di vostro figlio», ha scritto. «Quello che mi rimane da vivere merito di viverlo nel tormento e nel dolore per quello che è successo. Non vi chiedo perdono, vi supplico di non odiarmi e di credere che non ho potuto impedire questa tragedia. Vi auguro di trovare la pace che io non avrò mai».

La giustificazione

Lui pensava di aver travolto un paletto. Così si è giustificato il giorno dopo l’incidente. Una versione che probabilmente ribadirà lunedì davanti al giudice Musio.  Il suo avvocato Dal Ben sta definendo la strategia difensiva: «Stiamo valutando se sottoporci all’interrogatorio o rilasciare spontanee dichiarazioni».

Quel che è certo è che la posizione di Begalli è alquanto complicata. Il gip Magri nell’ordinanza sottolinea il rischio di reiterazione del reato, «avendo Begalli dimostrato totale spregio per la vita umana, pensando solo a tutelarsi dalle conseguenze della propria condotta di guida, allontanandosi dal luogo del fatto immediatamente, così lasciando inerme il ragazzo che, se prontamente soccorso, si sarebbe forse potuto salvare».

Leggi anche
Ragazzino investito, il pirata della strada: «Preferirei essere morto io. Non sono scappato, non l'ho proprio visto»

Di più. «Che il guidatore non si sia avveduto di aver investito una persona», aggiunge il gip Magri, «è circostanza del tutto impossibile, come si deduce dalla semplice visione delle immagini ritraenti gli ingentissimi danni riportati dalla vettura, che rendono palese l’avvenuto caricamento del pedone sulla parte sinistra del cofano». 

Manuela Trevisani

Suggerimenti