<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Covid e stagione della neve

Locatelli: «Numeri incompatibili con apertura dello sci». Zaia: «È il meno pericoloso degli assembramenti»

Zaia: «Se il tema è no alle piste da sci, deve essere no per tutti»
Zaia: «Se il tema è no alle piste da sci, deve essere no per tutti»
Zaia: «Se il tema è no alle piste da sci, deve essere no per tutti»
Zaia: «Se il tema è no alle piste da sci, deve essere no per tutti»

Se il tema è no all’assembramento sulle piste da sci, «deve essere no per tutti» ha detto questa mattina il governatore del Veneto, Luca Zaia, nella quotidiana conferenza stampa a Marghera sull'emergenza Covid, facendo riferimento agli assembramenti registrati a Napoli per la morte di Maradona. Aggiunge: «Non voglio difendere nessuno ma all’incontro per il nuovo Dpcm chiederò che sia chiara la questione degli assembramenti e dirò che riguardo allo sci è il meno pericoloso della categoria degli assembramenti». 

«Lo sci - continua Zaia - è uno sport salutare, fatto all’aria aperta, è un’ambiente ideale per non diffondere il contagio. Ovviamente bisogna evitare l’ assembramento. È una partita complicata. Ma la chiusura dello sci è la fine della montagna. In conto bisogna mettere non solo l’impatto economico, ma anche sociale che sarà devastante».

 

LE DIRETTIVE DEL CONSIGLIO SUPERIORE SANITÁ

Quasi in contemporanea, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, in conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di Regia ha spiegato: «Gli attuali numeri non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici. E sarebbe importante che anche i paesi dell’Europa diano un messaggio forte per un atteggiamento condiviso. Sulla Svizzera non credo che sia questo il momento, per un Paese fuori dalla Comunità europea, di creare occasioni di tentazione di migrazione». 

 

APERTURE IN EUROPA

Sul tema impianti aperti all'estero, mentre oggi in Francia è andata in scena una protesta a Gap, nel sud del Paese, lanciata dagli organizzazioni del settore nelle Alpi francesi, Il governatore Zaia ha ribadito: «I presupposti sono sempre gli stessi; la salute viene prima di tutto, ma se si chiude bisogna ristorare, e se si chiude e si ristora, bisogna evitare che gli altri aprano. Ci vuole un trattamento perequativo, altrimenti si fa la figura dei "pirla" di fronte al mondo intero. Chiudere le piste da noi e pensare che in Austria, in Svizzera e in Slovenia invece si può sciare diventa davvero difficoltoso e anche imbarazzante».

 

UNA PERDITA DI 2,4 MILIARDI NELL'ARCO ALPINO

Una situazione di forte preoccupazione per imprese e lavoratori del settore, soprattutto in vista delle prossime festività natalizie, che corrono il rischio di vedere compromessa la stagione invernale, si legge in una nota di Confturismo-Confcommercio: «La permanenza dell’obbligo di chiusura degli impianti nei comprensori sciistici, attualmente previsto dal Dpcm del 3 novembre, genera effetti fortemente penalizzanti per tutta la filiera turistica e le attività collegate con una perdita stimata della spesa - tra alloggio, ristorazione, impianti sciistici, shopping, intrattenimento e servizi vari - pari a circa 2,4 miliardi di euro solo nell’arco alpino tra dicembre e marzo. Cifra a cui si deve aggiungere anche la mancata spesa per l’acquisto di accessori, abbigliamento e attrezzature per lo sci».

Suggerimenti