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Ex Miteni, il privato Ici3 invia i piani di bonifica

Dati Arpav sul pozzo a ovest dello stabilimento: anche nel 2019 il Pfoa ha avuto picchi rispetto alla soglia
Dati Arpav sul pozzo a ovest dello stabilimento: anche nel 2019 il Pfoa ha avuto picchi rispetto alla soglia
Dati Arpav sul pozzo a ovest dello stabilimento: anche nel 2019 il Pfoa ha avuto picchi rispetto alla soglia
Dati Arpav sul pozzo a ovest dello stabilimento: anche nel 2019 il Pfoa ha avuto picchi rispetto alla soglia

L’ultimatum è stato rispettato: la società Ici3 a cui oggi fa capo l’area dell’ex Miteni di Trissino ha depositato un progetto per la bonifica del sito inquinato dai Pfas. È stata la Regione a rivelare che «il 31 dicembre è stato presentato via posta elettronica certificata alla Regione e a tutti gli enti coinvolti la lettera con cui la società International chemical investors Italia 3 Holding Srl trasmette il progetto di bonifica dell’area». Come noto il 31 dicembre era stato fissato dalla Conferenza dei servizi riunita il 17 ottobre: «Regione, Comune di Trissino e Provincia di Vicenza e tutti gli enti coinvolti, avevano imposto alla proprietà dell’ex Miteni di presentare i progetti di bonifica dell’area dell’ex-stabilimento produttivo di Trissino per poter intervenire quanto prima. La proposta è stata ricevuta ed entro gennaio sarà sottoposta a valutazione di tutti gli enti coinvolti in una specifica conferenza dei servizi». Venezia non aggiunge di più. LA PROVINCIA. «Da quello che ho visto alle 12.37 dell’ultimo dell’anno è arrivato un plico di circa 300 pagine, speditoci dallo studio legale di Ici, lo “Schultze & Braun” di Bologna», spiega Matteo Macilotti, consigliere delegato all’ambiente della Provincia, la quale intanto ha dato un’Autorizzazione integrata ambientale per permettere l’opera di smantellamento degli impianti, e delle sostanze che ancora contengono, di cui si occupano soprattutto gli indiani della Viva Lifesciences private limited. Ici3, spiega Macilotti, ha inviato «due documenti, proprio come avevamo chiesto: il “piano di messa in sicurezza operativa del sito” e l’ “analisi dei rischi”». Spetta ai tecnici ora, conferma Macilotti, analizzare il documento che per ora è stato solo spacchettato: «Sarà importante soprattutto l’esame che Arpav farà sull’analisi del rischio, che poi è decisiva anche per stabilire una cifra attendibile sui costi dell’operazione. Sarà poi convocata una conferenza dei servizi in cui solitamente si procede a chiedere integrazioni ai documenti presentati. Vedremo». Provincia e Arpav avevano già coscienza che c’erano sul sito tecnici mandati da Ici3 per procedere alla stesura del piano. Per Macilotti conta che si sia fatto un altro passo per passare ai fatti rispetto a una vicenda «che è chiaramente molto pesante e negativa e deve giungere a rispettare il principio per cui chi inquina paga». ITER COMPLICATO. La Provincia, con gli altri enti, ha proceduto passo passo, fin da quando con progressivi decreti di chiusura di parti degli impianti ha cercato di far luce dentro Miteni sulla fonte dell’inquinamento, che non è mai stato bloccato del tutto, e poi chiedendo una messa in sicurezza temporanea e definitiva, e sancendo “l’individuazione dei responsabili” dell’inquinamento. Su tutto Ici ha sempre fatto ricorso al Tar, ma senza chiedere la sospensiva degli atti «e adesso ha presentato i piani». Di certo si blocca l’ipotesi che siano gli enti pubblici a sostituirsi al privato: «Nessuna frenata», avvisa però Macilotti: «Ora metteremo al lavoro tutti i nostri uomini e procederemo con massimo rispetto delle norme e massima rigidità, come abbiamo sempre fatto. La prova del nove sarà quando chiederemo al privato le polizze fideiussorie a copertura dei lavori. Finora però tutto procede in modo lineare». Prima di Natale, come noto, c’è stato anche un incontro tra “mamme No Pfas” e Aprav sul sito: «La barriera idraulica non funziona come dovrebbe - spiega in un video Michela Piccoli - quindi l’obiettivo è la bonifica dell’area, anche se ci vorrà un anno per smantellare gli impianti. È importante: su questo siamo concordi con Arpav, dove abbiamo trovato comunicazione e accoglienza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Piero Erle

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