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IL CASO

Bolsonaro "veneto" scatena la polemica

Dopo i disordini in Brasile seguiti all'elezione di Lula, si torna a parlare della contestata visita dell'ex presidente ad Anguillara, da dove i suoi trisnonni partirono
Nel 2021 a consegnare la bandiera di San Marco a Bolsonaro, con i vicentini Erik Pretto e Mara Bizzotto, c'era Lorenzo Fontana, ora presidente della Camera
Nel 2021 a consegnare la bandiera di San Marco a Bolsonaro, con i vicentini Erik Pretto e Mara Bizzotto, c'era Lorenzo Fontana, ora presidente della Camera
Nel 2021 a consegnare la bandiera di San Marco a Bolsonaro, con i vicentini Erik Pretto e Mara Bizzotto, c'era Lorenzo Fontana, ora presidente della Camera
Nel 2021 a consegnare la bandiera di San Marco a Bolsonaro, con i vicentini Erik Pretto e Mara Bizzotto, c'era Lorenzo Fontana, ora presidente della Camera

«Nel novembre 2021 Bolsonaro venne in Italia, accolto da Salvini a Pistoia. Poi ricevette la cittadinanza onoraria dal comune di Anguillara Veneta: ora va revocata». Il segretario nazionale di Sinistra Europea, Maurizio Acerbo, si scaglia contro il sindaco del comune padovano, Alessandra Buoso, che non arretra.

L'allora presidente in carica del Brasile, Jair Bolsonaro, in Italia per il G20, arrivò a Padova per una visita privata veloce e da lì ad Anguillara, comune patavino al confine con Rovigo, per ricevere la cittadinanza onoraria perché da lì partirono i suoi trisnonni. La decisione presa dal comune targato Lega fece allora scalpore e ancora oggi torna sotto i riflettori per l'ipotesi - che sarebbe stata rilanciata da alcuni media brasiliani - di vedere a breve in terra veneta Bolsonaro fuggitivo (dopo l'esito delle presidenziali, pendono su di lui accuse pesanti sulla gestione della pandemia e la mancata tutela della foresta amazzonica) proprio grazie a quel riconoscimento.

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La replica del sindaco

Il sindaco Buoso smonta: «La cittadinanza conferita a Bolsonaro costituisce un titolo onorifico e non ha alcun effetto giuridico. E ribadisco: quell'atto era un riconoscimento ai migranti da Anguillara tra la fine dell'800 e gli inizi del '900». Quindi di revoca non se ne parla. E conferma la sua condanna alla violenza di queste ore in Brasile. Bolsonaro al momento è negli Usa, in Florida. Quel giorno del 2021 fece molto discutere l'incontro tra il leader della Lega e Bolsonaro prima di arrivare a Anguillara. E una volta lì, ancora più polemica suscitò l'incontro che seguì la cerimonia, a cui partecipò un gruppo di leghisti (vedi foto) - tra cui l'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il deputato Erik Pretto, l'eurodeputato Paolo Borchia, e il consigliere regionale Stefano Valdegamberi - che gli consegnò in dono la bandiera di San Marco.

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Chi è contro

Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde, tuona: «Chi a suo tempo ha sostenuto pubblicamente e con afflato campanilistico la presidenza di Bolsonaro non può oggi tacere e deve apertamente condannare quanto accaduto in Brasile: le violenze e gli assalti alle istituzioni pubbliche democraticamente elette sono il frutto marcio della retorica da capobanda dell'ex presidente Bolsonaro. Si può essere orgogliosi di questa violenza? No. La maggioranza in Consiglio regionale ora deve esprimere la propria contrarierà alle richieste di asilo in Veneto, a quanto pare formulate dell'ex presidente. Davanti al fatto per cui Bolsonaro è accusato di crimini contro l'umanità sarebbe dovuta intervenire. Invece, ora come allora, tocca prendere atto del silenzio assoluto. Bolsonaro non è orgoglio veneto, come è stato definito da alcuni, ma vergogna per la democrazia e persona non gradita in Veneto».

Erika Baldin, M5s, è sulla stessa linea: «Condanno gli attacchi alle istituzione democratiche brasiliane e chiedo al Consiglio regionale di votare una risoluzione per dare supporto al governo di Lula e alla democrazia». L'eurodeputata Alessandra Moretti, Pd, dichiara: «Al pari di Trump, Bolsonaro non riconosce la voce del popolo e alimenta scontri. La democrazia è conquista irrinunciabile e mi auguro che anche la presidente Meloni, che in passato non nascondeva simpatie per Bolsonaro, condanni quanto sta accadendo in Brasile».

Cristina Giacomuzzo

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