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Il dramma nel Veronese

Accoltella la moglie e fugge: «Sembrava una famiglia esemplare: nulla faceva presagire un dramma del genere»

Le colleghe di lavoro di Marilena, i vicini di casa, i compaesani li descrivono come una coppia felice, serena
I carabinieri sul posto
I carabinieri sul posto
I carabinieri sul posto
I carabinieri sul posto

«Tanti auguri, mie adorate! Che l’8 marzo sia un giorno benedetto per voi donne! Vi auguro tanta felicità». Sul profilo Facebook di V.M. l’ultimo post visibile è dedicato proprio a loro: la moglie e la figlia. Una foto delle due donne più importanti della sua vita, abbracciate e sorridenti, con un grande cuore al centro. Era l’8 marzo, tre settimane fa. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe poi accaduto.

 

L'arrivo dalla Romania

V.M., 50 anni, era arrivato dalla Romania una ventina di anni fa. Poi la moglie lo aveva raggiunto, poco dopo la nascita della loro figlia. Fin da subito si erano insediati a Palù, un paesino di 1.200 anime, cerniera tra l’est e la bassa veronese, sperduto in mezzo alle campagne. Entrambi hanno trovato lavoro in due diverse cooperative della zona. Un lavoro stabile, che portano avanti da anni. La donna da una quindicina. Le colleghe la conoscono bene e ieri, alla notizia di quanto avvenuto, sono rimaste sconcertate, quasi incredule.

 

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Il racconto delle colleghe

«Quando abbiamo iniziato il turno, stamattina alle 6, una collega ci ha detto di aver visto i lampeggianti dei carabinieri e dell’ambulanza nella via dove abita M., ma noi abbiamo pensato che al massimo potevano esserci stati dei ladri», raccontano le colleghe. «Poi alla fine del turno, quando stavamo uscendo, ci hanno raccontato del tentato omicidio e ancora facciamo fatica a crederci, anche perché proprio ieri è morta una nostra collega, che si era dovuta sottoporre a un’operazione. E ora questo… è dolore che si aggiunge a dolore».

Le colleghe della donna non capiscono cosa possa essere accaduto. «È una brava donna, tranquilla e in tutti questi anni ci ha sempre parlato bene del marito», spiegano. «Ci diceva che faceva la spesa, cucinava, era un uomo allegro, piacevole. Se ci fosse stato qualcosa che non andava, in tutti questo tempo, sarebbe emerso, anche da un semplice sfogo, da un atteggiamento. E invece niente».

 

Il progetto di tornare in Romania

V. e la moglie non avevano problemi economici, anche perché entrambi avevano un’occupazione e gli stipendi che entravano nella cassa della famiglia erano quindi due. Anzi. Una delle colleghe che ha condiviso con Marilena più anni di lavoro, spiega che la coppia aveva nuovi progetti insieme. «Si stanno costruendo una casa in Romania per il futuro, forse per quando andranno in pensione», racconta. «Per tutti noi è così: lavori qui e i soldi li spendi là: è normale».

La donna da qualche giorno era in ferie: nessuno, quindi, si è stupito della sua assenza ieri mattina al lavoro. Sarebbe dovuta tornare operativa lunedì prossimo e, nel frattempo, si stava godendo qualche giorno di relax. Proprio mercoledì mattina aveva pubblicato su Facebook una foto della figlia diciottenne sul lago di Garda. Il suo grande amore. «Parla sempre di lei, del fatto che sta prendendo la patente, che quest’anno si deve diplomare. È una madre orgogliosa della propria figlia».

 

I vicini di casa increduli

Anche nel quartiere dove vive la coppia c’è stupore per quanto accaduto. Un quartiere residenziale, pieno di villette a schiera, come quella dove stazionano fissi i carabinieri da ieri mattina. «Io abito qui da tre anni: li vedo spesso uscire di casa insieme. Mi sembrano una famiglia unita, felice», racconta un vicino di casa.

«Non ho mai sentito grosse liti o discussioni, per questo quando ho visto l’auto dei carabinieri, mi sono stupito». Gli fa eco un’altra vicina, un’anziana del paese. Da qualche ora vede i militari andare avanti e indietro e non ha il coraggio di chiedere. Poi, alla notizia del tentato omicidio, abbassa gli occhi a terra e muove la testa in segno di dissenso: «Il mondo ormai è tutto sottosopra. Si stava meglio nella miseria. Io sono nata nella miseria, ma era meglio allora». Nei paesi piccoli, però, le voci circolano velocemente. E così anche nei, pochi, bar della zona, tutti sanno cos’è successo.

Qualcuno, però, finge di no. Non c’è voglia di parlare. «Non sappiamo nulla, non li conosciamo», qualcuno dice. Altri si lasciano sfuggire qualche parola in più. «Lui lo vedevamo venire al bar fino all’estate scorsa, ma solo ogni tanto, per bere una birra», racconta un connazionale. «Poi non l’abbiamo più visto in giro. Sicuramente non si può dire che frequentasse i locali della zona, né che bevesse. A quanto sappiamo noi, si tratta di una coppia tranquilla, che non ha mai dato problemi», conclude l’avventore del bar. «Più che altro ci stupisce che non lo abbiano ancora trovato. Ci sono anche le telecamere nuove, posizionate in paese: possibile che, a piedi e in pigiama, sia riuscito a sfuggire al sistema di videosorveglianza?».

Manuela Trevisani

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