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Italia

Quattro morti nel carcere di Evin in Iran. Alessia Piperno sta bene

Nella prigione di Teheran rinchiusi, oltre alla blogger italiana, attivisti nelle proteste di piazza dopo la morte di Mahsa Amin.
Alessia Piperno, la blogger italiana rinchiusa ad Evin in Iran
Alessia Piperno, la blogger italiana rinchiusa ad Evin in Iran
Alessia Piperno, la blogger italiana rinchiusa ad Evin in Iran
Alessia Piperno, la blogger italiana rinchiusa ad Evin in Iran

Quattro detenuti sono morti e altri 61 sono rimasti feriti in seguito all'incendio scoppiato ieri nel carcere di Evin. Lo ha comunicato l'autorità giudiziaria iraniana. L'incendio sarebbe stato provocato da una rivolta dei detenuti nel famigerato carcere di Teheran dove vengono rinchiusi i detenuti i prigionieri politici e dove si trova anche l'italiana Alessia Piperno. 

Piperno rinchiusa nel carcere di Teheran sta bene

La Farnesina, in contatto con l'ambasciata italiana a Teheran, ha reso noto che la ragazza sta bene. Centinaia di arrestati durante le proteste che hanno infiammato l'Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amin sono rinchiusi in questo carcere, dove secondo le ong per i diritti umani viene anche usata la tortura.

Alcuni attivisti politici, tra cui il regista Jafar Panahi e il riformista Mostafa Tajzadeh, così come cittadini con doppia nazionalità come l'iraniano-francese Fariba Adelkhah e gli iraniano-americani Siamak Namazi ed Emad Sharghi, erano detenuti nelle stesse celle in cui è scoppiato l'incendio. Namazi e Sharghi hanno informato le loro famiglie delle loro buone condizioni di salute. Anche il regista Panahi si sarebbe messo in contatto con i familiari per tranquillizzarli

Un'esplosione nel carcere di Evin dove è detenuta l'italiana

Secondo l'ong basata a Oslo Iran Human Rights, il fuoco si è esteso nel carcere ed "è stata udita un'esplosione". In un video diffuso dal canale social 1500tasvir si sentono persone che urlano "morte al dittatore".  Secondo diverse fonti, l'incendio è scoppiato dopo una rivolta di detenuti che ha interessato la sezione 7 del carcere. Testimoni hanno detto che si sono uditi spari e gruppi di persone si sono radunate nei pressi della prigione urlando slogan.

Secondo l'agenzia ufficiale Irna, che cita un alto funzionario della sicurezza, l'incendio è partito dalla sezione 7, quella dove si scontravano detenuti e guardie carcerarie. I rivoltosi avrebbero dato fuoco ad un deposito di vestiti, causando un rogo che secondo le autorità è ora in fase di spegnimento da parte dei vigili del fuoco. Secondo questa fonte, i detenuti ammutinati sono stati separati dagli altri, che sono rientrati nelle loro celle.

Gli Usa chiedono all'Iran il rilascio dei suoi cittadini 

Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che l'Iran è responsabile della sicurezza degli americani detenuti nella prigione di Evin. «L'Iran è pienamente responsabile della sicurezza dei nostri cittadini detenuti ingiustamente, che dovrebbero essere rilasciati immediatamente», ha twittato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, aggiungendo che Washington stava seguendo i rapporti sull'incidente "con urgenza".

La risposta di Teheran

Immediata la risposta di Teheran. «L'Iran non sarà indebolito dalle interferenze e dalle dichiarazioni di un politico esausto», ha scritto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, su Instagram. «La vostra abitudine è di abusare di situazioni di disordine, ma ricordate: qui c'è l'Iran», ha intimato, rivolgendosi al presidente Usa.

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